La Settimana Santa ci invita a meditare gli eventi della passione di Gesù. Siamo portati a pensare al suo sacrificio come ad una esperienza crudele e ingiusta che gli ha provocato, tra infiniti tormenti, la penosa privazione della vita. Nell’ottica cristiana però il sacrificio di Gesù è un meraviglioso dono divino, manifestazione piena della sua disponibilità a liberare l’umanità dal dramma del peccato e della morte. Non evitando la morte, ma passando attraverso la morte, l’ha trasformata in strumento di salvezza. La sua risurrezione, infatti, è caparra della nostra risurrezione.
Ogni volta che celebriamo l’Eucaristia riviviamo questo mistero di morte e di vita che impegna la nostra esistenza e ci invita ad essere, a nostra volta e sul suo esempio, strumento di piena solidarietà con chi ci vive accanto. Non a caso il recente documento del Dicastero per i laici, famiglia e vita intitolato La vita è sempre un bene e pubblicato per celebrare il trentesimo anniversario dell’Enciclica di Giovanni Paolo II Evangelium vitae, propone di attuare, con un impegno sempre più efficace, organico e strutturato, una pastorale della vita umana.
Auguro pertanto a tutti i lettori, a nome del Consiglio di Presidenza del Centro Cattolico di Bioetica, giorni sereni e ricchi di pace e di consolazione, ma auspico altresì che ciascuno, con le possibilità che ha, possa rendersi disponibile a creare, in tutti i modi possibili, spazi di condivisione e di formazione per diffondere semi di speranza e di promozione del rispetto della vita in ogni tappa del suo evolversi e di difendere la dignità di ogni persona, soprattutto di quelle più sofferenti ed abbandonate, perché la società in cui viviamo ha bisogno di una trasformazione integrale capace di superare le logiche di violenza e di indifferenza che tanto obnubilano la convivenza umana.
© Bioetica News Torino, Aprile 2025 - Riproduzione Vietata
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