Vorremmo essere semplici ostriche vuote, senza corpi estranei di vario genere, dei puri insomma. Ma questo è impossibile, e anche qualora ci considerassimo tali, ciò non significherebbe che non siamo mai stati feriti, ma solo che non lo riconosciamo, non riusciamo ad accettarlo, che non abbiamo saputo perdonarci e perdonare, comprendere e trasformare il dolore in amore, e saremmo semplicemente poveri e terribilmente vuoti
Sono le parole di Paolo Scquizzato in Elogio della vita imperfetta, edito da Effatà. È il suo ultimo libro di spiritualità che tocca argomenti teologici collegati alle vicende dell’uomo comune. L’opera si può leggere velocemente, anche se poi, riprendere le pagine appena lette, diventa un’esigenza per conservare i concetti più profondi.
La vita umana si presenta piena di contraddizioni. Quando l’uomo rincorre il vano desiderio di essere un individuo perfetto, colloca se stesso al centro della propria esistenza. Si sente inadeguato di fronte alle debolezze che fanno parte della sua natura. Non accetta i limiti che egli considera come la parte più negativa del proprio essere.
Così l’uomo rischia di non riuscire più ad accettarsi. Anche i rapporti interpersonali vengono compromessi, quando ad esempio «l’altro attende da noi sempre qualcosa di diverso da ciò che siamo». Ecco che allora l’uomo perde il ruolo di protagonista della propria vita, rinunciando alla Verità, per «una vita inautentica».
Ma proprio nei momenti di maggiore insicurezza, Dio è accanto a noi, con il suo infinito amore. L’uomo ha la necessità di fare esperienza di Dio, proprio accettandosi come essere vulnerabile e bisognoso di quell’amore agapico che tutto trasforma. Nell’umiltà riconoscerà le proprie fragilità, diventando la perla dell’ostrica ferita.
Il testo è ricco di citazioni della Sacra Scrittura, modo in cui l’autore ci indica un percorso da seguire, per comprendere quanto sia importante considerare la nostra vita come il dono di amore ricevuto da Dio.
Amore che sempre si rinnova in noi, proprio attraverso le prove della vita. «La nostra dignità e la nostra grandezza non risiedono in quello che facciamo o in quello che produciamo, non dipendono dagli applausi o dal successo che il nostro impegno riscuote, ma esclusivamente dal fatto che siamo amati».
Dio è il Padre amorevole di tutti e cambia il cuore e la vita dell’uomo che vuole farsi abitare da Lui. L’uomo che incontra Dio, comprende il valore della Grazia e della Misericordia. Così, ricevendo il perdono, impara a perdonare e, liberato dall’egoismo, riceve e dona amore fecondo.
Elogio della vita imperfetta
Collana Le parole della Spiritualità
Effatà, Cantalupa (To) 2013,pp. 80
€ 6,00
© Bioetica News Torino, Dicembre 2013 - Riproduzione Vietata