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News dall'Italia

Non c’è pace in Ucraina, invasa dalla Russia

02 Marzo 2022

Anche la seconda giornata di colloqui ucraino-russi è trascorsa e ci sarà una terza giornata oggi nel pomeriggio, secondo fonti dell’agenzia Tass.

Il linguaggio può assumere significati diversi a seconda di come viene usato. Si parla di “operazione militare” in Ucraina per disarmare il regime attuale di Kiev e impedirgli di impossessarsi delle armi nucleari. Cita l’agenzia Tass (2 marzo, 11.38, Russia will not let Ukraine obtain nuclear weapons – Lavrov), riprendendo da un’intervista ad Al Jazeera del ministro degli esteri russo Sergey Lavrov.

Si parla di “assedio”, ” di crimine di guerra”, ” di terrorismo di stato da parte della Russia” per l’altra parte, il governo di Zelensky. Quest’ultimo ha espresso questa mattina una dura condanna, “al di là di ogni umanità”, nei confronti dei russi per aver distrutto, colpendo con un missile ieri, il memoriale the Baybyn Yar, che ricorda le vittime dell’Olocausto, più di 33mila ebrei sono stati uccisi dalle truppe naziste a Kiev durante la seconda guerra mondiale.

Le truppe russe intensificano gli attacchi da terra, per mare, e con gli aerei in ogni direzione alle città ucraine Karkiv, Kehrson, Mariupol, Kiev strategicamente più importanti, accerchiandole. A Kiev si attende imminente lo scontro diretto con le forze russe. Testimonianze di cittadini ucraini provati sul luogo, intervistati dai media internazionali, rendono chiara la situazione che stanno vivendo da giorni. A Karkiv, la popolazione fa appello ad un aiuto internazionale per fermare il bombardamento aereo nella parte nord-orientale della città, che la Nato imponga il divieto dello spazio aereo sull’Ucraina: 4 bombe sganciate, case residenziali colpite e ieri c’è stato l’attacco alla piazza della libertà, racconta un cittadino, Mazepa, che vogliono proprio bombardare l’intera città fino a ridurla in cenere ( They will bomb us to ashes, bbc.com, 2 marzo ore 12). Così anche Yulia, sposata, madre di tre bambini racconta che i russi bersagliano le aree che non hanno infrastrutture militari. Hanno bombardato un’area residenziale in cui vivono decine di migliaia di persone, e molti sono stati feriti; un altro residente vive con la famiglia in un rifugio perché non sa quando cadrà la prossima bomba (Terror against Ukraine, bbc.com, 2 marzo).

Sono 800 mila persone circa, quasi tutte donne, madri con bambini, anziani secondo le Nazioni Unite, che sono state costrette a fuggire dal loro paese verso Polonia, Romania, Ungheria e Moldavia.

Tra le tante preoccupazioni c’è anche quella della diffusione del Covid in Ucraina e nei territori confinanti. Per l’Oms è probabile che vi sia una trasmissione significativa non identificata in Ucraina che ha conosciuto l’insorgenza della malattia virale prima del conflitto.
Ma anche quella, tra le necessità sanitarie, del reperimento di ossigeno nella cura d’emergenza dei pazienti. Non può che straziare il cuore, anche quello dei più induriti, alla vista di infermiere che ventilano meccanicamente i bambini nei basamenti delle strutture ospedaliere, afferma Mike Ryan, a capo del Programma di Emergenze. Ha aggiunto che se si ha 65 o 70 anni e in terapia intensiva con c’è nessuno che possa portarlo per le scale fino ai basamenti ma vengono curati da medici e infermieri sotto il frastuono e il pericolo delle bombe attorno loro.

Quale è l’impegno dell’Italia?

Nell’Assemblea, tenutasi il primo marzo in aula del Senato, con 244 favorevoli, 13 contrari e tre astensioni, sono stati approvati gli impegni di sostegno all’Ucraina dinanzi ad una guerra di «aggressione premeditata e immotivata della Russia verso un Paese vicino», che è anche «un attacco ai nostri valori di libertà e democrazia e all’ordine internazionale», così come l’ha definita il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi nel suo discorso sugli sviluppi del conflitto ai parlamentari.

Ha innanzitutto voluto esprimere la piena solidarietà, che è stata accolta da tutti i presenti, al presidente Zelensky, al governo ucraino e alla popolazione, di cui si ammira l’eroica resistenza. Ha ricordato anche come in Russia vi sono state manifestazioni a favore per le quali si sono avuti circa 6 mila arresti. C’è una presenza italiana in Ucraina, 2300 connazionali di cui più di 1600 sono residenti che può utilizzare tutti i mezzi disponibili per partire.

Dinanzi ad un piano di Putin che «si rivela oggi con contorni nitidi nelle sue parole e nei suoi atti», che «ha invaso l’Ucraina con il pretesto di un’operazione militare speciale» nel quale «aumentano le vittime civili di questo conflitto ora che l’attacco, dopo aver preso di mira le installazioni militari, si è spostato nei centri urbani», Mario Draghi ha descritto gli impegni dell’Italia:

  • sostegno all’Ucraina umanitario e migratorio in stretto coordinamento con i partner europei e internazionali. L’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari ha stimato in 18 milioni il numero di persone che potrebbero necessitare di aiuti umanitari nei prossimi mesi. L’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati stima che gli sfollati interni possano arrivare a 6 – 7,5 milioni e i rifugiati tra i 3 e i 4 milioni e che sono circa 400mila quanti hanno lasciato l’Ucraina. Già finanziati 110 milioni di euro a favore di Kiev come sostegno al bilancio generale dello Stato. Un primo contributo di un milione di euro al Comitato internazionale della Croce Rossa, donato oltre 4 tonnellate di materiale sanitario, tende familiari, brandine.
  • aiuterà i Paesi vicini nel dramma dell’impatto migratorio sui loro paesi, in particolar modo Polonia e Romania.
  • Sono in programma invio di beni per l’assistenza alla popolazione – farmaci, dispositivi sanitari – e assetti sanitari sul campo.
  • stanziati nel Consiglio dei ministri, tenutosi lunedì 28 febbraio, 10 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione dichiarando uno stato di emergenza fino al 31 dicembre per l’impegno solidale nei confronti dell’Ucraina
  • varata la possibilità di applicare per la prima volta una direttiva sulla protezione temporanea prevista in caso di afflusso massiccio di sfollati per consentire agli ucraini in fuga nell’Unione Europea di evitare per un anno o più i rigidi protocolli di asilo dopo 90 giorni senza visto.
  • norme apposite sull’accoglienza degli sfollati ucraini per rendere più facile l’esame di domande di protezione internazionale.
  • nei confronti di Mosca sul piano militare sono stati adottati in Europa i cinque piani di risposta graduale illustrati in precedenza. In Lettonia l’Italia contribuisce con 239 unità, sotto il comando della Nato le forze aeree schierate in Romania saranno raddoppiate per garantire una copertura continuativa insieme agli alleati. L’Italia è pronta con un primo gruppo di 1400 militari e un secondo di 2000 unità.
  • l’Italia risponde all’appello del presidente Zelensky per equipaggiamenti, armamenti e veicoli militari per proteggersi dall’aggressione russa. Ė la posizione italiana, dell’Italia e di tutti gli alleati, spiega Draghi che ad un popolo che si difende da un attacco militare e chiede aiuto alle nostre democrazie non è possibile rispondere solo con incoraggiamenti e atti di deterrenza.
  • si sostiene la posizione dell’Unione europea sulle sanzioni che colpiscono molti settori e un numero importante di entità e individui, inclusi il presidente Putin e il ministro Lavrov. Sul piano finanziario un pacchetto di misure restrittive adottate mirano a impedire alla Banca centrale russa l’uso delle sue riserve internazionali per ridurre l’impatto delle nostre misure restrittive. Ė al lavoro misure volte alla rimozione dal sistema swift di alcune banche russe. Le conseguenze si sono viste con la Borsa di Mosca che è rimasta chiusa, la Banca centrale russa ha raddoppiato i tassi di interesse, passati dal 9,5 al 20 per cento, per limitare il rischio di fuga di capitali. Ha ricevuto un boicottaggio sportivo con l’annullamento delle competizioni con squadre russe. Draghi ha proposto ulteriori misure nei confronti degli oligarchi, un registro internazionale pubblico degli oligarchi che hanno un patrimonio superiore ai 10 milioni di euro e l’intensificazione della pressione sulla Banca centrale russa e la richiesta alla Banca dei regolamenti internazionali, con sede in Svizzera di partecipare alle sanzioni.
  • al lavoro per preparare misure restrittive nei confronti della Bielorussia coinvolta nel conflitto
  • istituito un tavolo permanente dedicato alla crisi e un nucleo per la cyber sicurezza per la condivisione delle informazioni raccolte
  • al momento non sono interrotte le forniture di gas con la Russia. Ne importiamo il 95% e più del 40% proviene dalla Russia. Necessità di essere meno dipendenti dalla Russia. In caso di ritorsione si è valutato che nel breve termine una completa interruzione di flussi di gas dalla Russia non comporterebbe seri problemi in quanto l’Italia ha 2 miliardi e mezzo di metri cubi di gas negli stoccaggi e l’arrivo delle stagioni più calde comporterà una riduzione dei consumi. Per l’inverno sarà più problematico se la Russia bloccherà la fornitura ma sono già pensate misure alternative. Come rifornirsi dall’Algeria o l’Azerbaigian, uso dei terminali di gas naturale liquido a disposizione, eventuali aumenti nella produzione termoelettrica a carbone o petrolio e pensare alle energie rinnovabili, investire nel biometano, considerare la possibilità di aumentare la gassificazione e la capacità del gasdotto.
  • la Nato ha deciso di acquistare e rifornire armi all’Ucraina.
  • revisione delle politiche di immigrazione come Unione Europea.

L’impegno italiano è dovuto perché si tratta, precisa Draghi, di «un attacco alla nostra concezione dei rapporti tra Stati basati sulle regole e sui diritti. Non possiamo lasciare che in Europa si torni ad un sistema dove i confini sono disegnati con la forza e dove la guerra è un modo accettabile per espandere la propria area di influenza. Il rispetto della sovranità democratica è una condizione per una pace duratura ed è al cuore del popolo italiano che, come disse Alcide De Gasperi, è pronto ad associare la propria opera a quella di altri Paesi per costruire un mondo più giusto e più umano».

Ritiene infine che «la minaccia portata oggi dalla Russia è una spinta a investire nella difesa più di quanto abbiamo mai fatto finora; possiamo scegliere se farlo a livello nazionale oppure europeo».

No alla guerra e alle armi nucleari dai movimenti pacifisti

Pax Christi, Azione Cattolica italiana, Comunità Papa Giovanni XXIII, Associazioni cristiane lavoratori italiani, dei Focolari hanno pubblicato una nota congiunta firmati dai loro rappresentanti, in cui chiedono all’Italia di aderire al Trattato per la messa al bando delle armi nucleari e di esprimere diniego alle bombe nucleari sul territorio di Ghedi e Aviano.

Un gesto che «riporta sul tavolo i valori veri della pace, della vita. La pace ha bisogno di scelte che sembrano folli e insensate, ma che in realtà possono scompigliare la “logica” irrazionale della guerra ed evitare la catastrofe».

Questa sera alle 21 Pax Christi annuncia che i comitati per la pace si incontreranno on line (www.paxchristi.it) per discutere contro il coinvolgimento dell’Europa in guerra. Dopo la condanna all’unanimità di Putin per l’invasione della Ucraina si prospettano due visioni opposte, fa osservare Pax Christi. Una in cui l’Unione Europea diventerebbe stato co-bellegerante nel prestare aiuto militare all’Ucraina mediante invio di armi e volontari. Ne deriverebbe il riarmo dell’Europa e un aumento delle spese militari – la Germania ha già stanziato fondi per cento miliardi, spiega il movimento pacifista. L’altra è il richiamo alle nazioni di essere neutrali.

Come?

Puntare alle trattative per un ritiro delle truppe d’occupazione, sostiene Pax Christi. Innanzitutto rimuovere la controversia di fondo, l’adesione dell’Ucraina alla Nato e poi che vi sia una zona smilitarizzata in Europa Centrale che possa fare da cuscinetto; poi far arretrare le forze armate russe e quelle della Nato, ricostituendo un clima di dialogo e di distensione che andrebbe irrimediabilmente perso se l’Europa sostenesse il conflitto armato.

Diversamente da quanto espresso dal Governo Draghi, «ogni scelta militare di supporto bellico a sostegno dell’Ucraina assomiglia ad una dichiarazione di guerra alla Russia», facendo riferimento al diritto internazionale e alla Carta dell’Onu. Preoccupa che possa ripetersi il coinvolgimento di una guerra, allora la prima mondiale per la difesa del Belgio che portò a costruire cannoni, ora una terza con le armi nucleari in gioco.

Quest’ultima si rivelerebbe solo « un disastro totale e la fine della civiltà che conosciamo» , conclude Pax Christi.

La Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite

A conclusione della sessione speciale di emergenza tenutasi dal 28 febbraio, è giunta questa sera ad una Risoluzione per la condanna all’aggressione dell’Ucraina con 141 voti favorevoli, 5 contrari e 35 astenuti. Viene riaffermata la sovranità, l’indipendenza e l’integrità territoriale dell’Ucraina. L’intento nei tre giorni è stato quello di trovare una proposta condivisa nel fermare il bombardamento incessante e gli attacchi ai civili in Ucraina e far rispettare i principi della Carta delle Nazioni Unite, in particolare sulla sicurezza e pace tra i paesi.

Ė stata promossa da 90 paesi.

Chi ha votato contro? Bielorussia, La Repubblica democratica di Corea (Corea del Nord), Eritrea, Russia e Siria.

Il segretario generale Guterres nel suo discorso dopo il voto ha riassunto in breve i punti della Risoluzione sottolineando che non vi è tempo da perdere, «gli effetti del conflitto sono evidenti a tutti, per quanto la situazione della gente in Ucraina sia drammatica adesso si teme un aggravamento man mano che il temo passa e lo scoccare dell’orologio è simile ad una bomba a tempo»:

  • fine delle ostilità in Ucraina da adesso
  • silenziare le armi da adesso
  • apertura al dialogo e alla diplomazia da adesso
  • la sovranità e l’integrità del territorio ucraino deve essere rispettato in linea con i principi della Carta delle Nazioni Unite

Ha ricordato come si siano trovati in fretta i fondi per le operazioni umanitarie in Ucraina e nei paesi confinanti. Fondi che servono per inviare forniture sanitarie e mediche, generi alimentari, acqua potabile sicura, protezione e rifugio. Tutto il mondo chiede la pace per l’Ucraina.

(Aggiornamento 02 marzo 2022 ore 20.13)

redazione Bioetica News Torino
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