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Ora possibile anche il trapianto di rene da donatori con covid-19. Dal Centro trapianti un nuovo protocollo Alle Molinette di Torino eseguito trapianto di fegato da donatore con Covid a ricevente vaccinato positivo asintomatico Covid

21 Gennaio 2022

Nel periodo più difficile per il sistema sanitario e la trapiantologia, in cui si era nel pieno della pandemia e cominciava solo allora ad aprirsi la possibilità di vaccinarsi contro il Covid-19 ― siamo ad agosto 2020 e la prima campagna vaccinale sarà a dicembre con Pfizer-BioNTech ― per poter salvare la vita di pazienti in gravi condizioni cliniche in lista di attesa con rischio di morte o peggioramento della patologia viene concesso per la prima volta il trapianto di organi da donatori deceduti per altre cause e positivi al Covid-19.

Si è aperto un nuovo percorso nel campo dei trapianti di organo. Nel dicembre 2020 veniva data notizia dei primi interventi in Italia effettuati con successo su pazienti con pregressa infezione da Covid-19 o positivi al virus che dopo essere guariti e risultati negativi sono rientrati in lista di attesa, seguendo il protocollo del Centro nazionale trapianti.

Agli inizi quando si avevano ancora scarse conoscenze sull’infezione virale, la forte contagiosità e tasso di letalità erano fonte di preoccupazione per la trasmissione virale da donatore a ricevente negli interventi di trapianto d’organo. Allora autorità sanitarie e società scientifiche internazionali definivano che non potevano essere utilizzati per trapianti di organi «donatori deceduti con anamnesi positiva o sospetta per infezione da Sars-CoV-2 e dei quali non fosse accertata al momento del decesso la guarigione virologica della malattia da più di quattro settimane e la negatività del test Sars-CoV-2 entro 48 – 72 ore dal prelievo degli organi» e poi l’intervallo di guarigione è stato ridotto a due settimane.

Riscontrando poi, in letteratura, che l’infezione da Covid-19 non si era trasmessa ai riceventi di trapianto di reni, cuore e fegato da interventi eseguiti da donatori deceduti, che a posteriori sono stati identificati positivi al Sars-CoV-2, e con maggiori conoscenze, si è considerato l’uso di organi prelevati da donatori positivi al virus. E in Italia l’idoneità arriva il 21 agosto 2020 con la nota del Centro Nazionale Trapianti1:

organi di donatori positivi a SARS‐CoV‐2 (sulle secrezioni respiratorie da BAL o eventualmente da broncoaspirato profondo), o che abbiano un’anamnesi positiva per COVID‐19 senza che siano trascorse 4 settimane dalla guarigione definita come negativizzazione della ricerca dell’RNA di SARS‐CoV‐2 sulle secrezioni respiratorie (tampone rinofaringeo o BAL),possono essere offerti per il trapianto di pazienti Sars‐CoV‐2 positivi che abbiano a causa dell’infezione e/o di tossicità farmacologica a questa correlata, sviluppato insufficienza acuta d’organo tale da rientrare in una condizione di urgenza clinica (es. epatite fulminante). Pertanto donatori positivi a SARS‐CoV‐2 non saranno da considerare non idonei a priori alla donazione di organi.

Seguono gli aggiornamenti. E il prelievo da donatori deceduti positivi al Sars-CoV-2 inizierà a novembre 2020. Sono stati eseguiti 22 trapianti di fegato, di cui per i primi dieci si è resa la pubblicazione di uno studio sulla rivista Am J Transpl doi: 10.1111/ajt.16823) e 3 di cuore dal prelievo di 21 donatori deceduti positivi nel periodo dal 1 al 21 novembre 2020. A gennaio 2022 i trapianti sono saliti a 27, con i due nuovi interventi di fegato.

CON IL NUOVO PROTOCOLLO GENNAIO 2022 ANCHE I TRAPIANTI DI RENE DA DONATORE COVID-19

Oggi, dopo cuore e fegato si aggiunge la possibilità di salvare la vita mediante donatori positivi al Covid anche a chi è in lista di attesa per trapianto di rene. Lo stabilisce il nuovo protocollo operativo in vigore dal 17 gennaio 2022 a determinate condizioni. Al momento soltanto donatori positivi al test per la ricerca di Sars- CoV-2 che risultano da «un campione di secrezioni respiratorie da BAL o da broncoaspirato profondo al momento del prelievo e/o entro i 14 giorni precedenti al prelievo, deceduti per altre cause, in assenza di segni clinici di malattia Covid-19».

I riceventi in lista di attesa per trapianto di rene:

  • devono essere guariti da Covid-19 da almeno 14 giorni e da non più di 4 mesi o aver completato l’intero ciclo vaccinale con la terza dose somministrata da non più di 4 mesi e avere una risposta documentata dalla sieroconversione e se disponibile immunità cellulo-mediata virus specifica.
  • devono avere firmato il consenso informato per il trapianto con donatore a rischio non standard accettabile al momento di iscrizione in lista di attesa e prima dell’offerta dei reni di un donatore con infezione attiva da Sars-CoV-2
  • per i medici del Centro trapianti i rischi di un ulteriore peggioramento delle loro condizioni cliniche legate alla permanenza in lista sono considerati superiori a quelli fino ad ora noti della eventuale trasmissione di Covid-19 dal donatore. Possono essere inclusi i pazienti: in urgenza nazionale per esaurimento degli accessi vascolari, inseriti nel programma PNI, in urgenza relativa regionale, con lungo periodo di attesa in dialisi, con condizione di iperimmunizzazione tale da far prevedere un lungo periodo di attesa in lista.

I pazienti di trapianto di reni che contraggono il virus mentre sono in lista di attesa vanno sospesi e riammessi dopo 14 giorni dalla guarigione.

Dopo il trapianti i pazienti saranno monitorati sulla possibilità di contrarre una eventuale recidiva alla dimissione, a 1, 3 e 6 mesi e a 1 anno dall’intervento e la cui documentazione ed eventuale segnalazioni dovranno essere inviate al Centro trapianti.

Il Centro nazionale trapianti dell’Istituto superiore di Sanità nell’aggiornamento della sua nota del 1 dicembre 2020 sull’utilizzo di organi da donatore deceduto positivo al Covid, comprensiva delle nuove informazioni sul trapianto di reni, ha elaborato un modulo di consenso informato per pazienti riceventi.

La nota descrive riguardo ai pazienti candidati in lista per ricevere cuore o fegato i requisiti:

  • essere in gravi condizioni cliniche, per le quali, a giudizio del team medico responsabile del trapianto, il rischio di morte o di evoluzione di gravi patologie connesso al mantenimento in lista di attesa rende accettabile quello conseguente alla eventuale trasmissione di patologia donatore – ricevente
  • in presenza di almeno una delle seguenti condizioni:
  • pazienti SARS‐CoV‐2 positivi ma senza sintomi o con sintomi lievi;
  • anamnesi positiva per pregressa COVID‐19 nei 4 mesi precedenti;
  • pazienti che abbiano ricevuto un ciclo completo di vaccinazione con la terza dose da non più di 4 mesi e con documentata risposta (positività anticorpale e, se disponibile immunità cellulo‐mediata virus specifica).

Alla Città della Salute e della Scienza trapianto di fegato da donatore deceduto positivo a ricevente vaccinato “positivo”

Dal centro trapianti di fegato di Torino viene confermata la compatibilità di trapianto di fegato tra donatore deceduto per cause cerebrovascolari risultato positivo al Sars-CoV-2 e un ricevente affetto da cirrosi complicata da neoplasia epatica primitiva con la terza dose di vaccino da meno di 4 mesi e con il consenso informato per ricevere da donatore covid positivo. Mentre all’ospedale di Domodossola inizia il prelievo alle Molinette di Torino il paziente viene chiamato e sottoposto ai dovuti accertamenti tra i quali il tampone nasofaringeo per la ricerca del Sars-Cov-2 che ha rivelato la positività asintomatica del paziente.

L’uomo aveva ricevuto la terza dose in dicembre e come da prassi richiesta nella fase pre-trapianto si era sottoposto ai test di sorveglianza risultando negativo. Una sorpresa che dinanzi però alla valutazione tra rischi e benefici per la vita dello stesso si è deciso di operarlo nella sala operatoria propriamente allestita in sala Covid-19. L’intervento eseguito dall’equipe del prof. Renato Romagnoli è durato 7 ore. Dopo il trapianto il paziente ha ricevuto una dose di anticorpi monoclonali e non sono passate 24 ore che si è visto estubato, si trova in isolamento in area semintensiva chirurgica perché risulta ancora positivo al successivo tampone.

Note

1 CENTRO NAZIONALE TRAPIANTI, Protocollo per l’utilizzo di reni prelevati a scopo di trapianto in donatori Covid positivi, 14.01.2022;  www.trapianti.salute.gov

 

CCBYSA

redazione Bioetica News Torino
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