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55 Marzo 2019
Speciale Fragilità e Gratuità

Prevenzione a partire dai 50 anni per un invecchiamento migliore e stili di vita salutari

In una società orientata a un crescente aumento di popolazione ultrasessantacinquenne e con esso ad un rilevante peso sociale delle malattie tipiche dell’età anziana occorrono delle strategie preventive della fragilità e delle sindromi geriatiche per mantenere il più a lungo l’autosufficienza degli anziani. Infatti mentre nel 2002 secondo i dati Istat era al 18,7% nel 2017 è salita ad un 22,3% nel 2017 (Istat) e tra un ventennio supererà il 32%. All’aspettativa di vita che è aumentata nel corso degli anni si deve accompagnare una qualità di vita agli anni. Spiega così il prof. Giancarlo Isaia, docente ordinario del Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino e co-responsabile scientifico del Congresso nazionale che si è tenuto recentemente a Torino sulla prevenzione dell’invecchiamento e promozione di stili di vita salutari per ultra cinquantenni e organizzato dalla S.C. Geriatria e Malattie Metaboliche dell’Osso della Città della Salute e della Scienza di Torino (www.congressi.clicked.it: convegno) e patrocinato, tra gli altri, da Omceo.

Si è riscontrato che non tutte le persone anziane sono fragili, pertanto la fragilità è associata all’invecchiamento ma non a un processo inevitabile di invecchiamento. Si può allora prevenire o curare. Le cadute compromettono l’indipendenza e l’autosufficienza degli anziani. Per gli ultra65enni le cadute considerate sindrome geriatica sono oltre il 75% e rappresentano un problema assistenziale, psicologico ed economico che possono comportare una limitazione della mobilità e con essa un ingresso prematuro presso strutture assistenziali. La frattura di femore ad esempio accelera per vari motivi –  come la prolungata immobilizzazione e la comparsa di altre malattie –  il processo di invecchiamento. Per il prof. Isaia con alcuni semplici consigli si possono migliorare le condizioni di fragilità: «Identificare la fragilità; malnutrizione e sarcopenia, cause frequenti di fragilità nell’anziano, sono spesso sotto-diagnosticate e potenzialmente prevenibili e trattabili; l’esercizio fisico, riabilitazione, un adeguato supporto nutrizionale e di vitamina D». Nel corso del convegno il prof. Isaia ha presentato il suo nuovo libro Invecchiare senza invecchiare edito da Pacini Editore Medicina che Ilaria Losapio, dottoressa in Scienze della Comunicazione,  ha recensito nella nostra rubrica Il Libro qui.

Si è chiusa la prima sessione con lo scenario conoscitivo dello stato dell’arte sulla prevenzione in Italia presentato da Lorenzo Richiardi dell’Università di Torino e CPO- Piemonte e sull’importanza degli screening e delle vaccinazioni da parte, rispettivamente, Livia Giordano del CPO Piemonte e Carla Zotti del Dipartimento di Scienze della Sanità pubblica e pediatriche.

Alcuni consigli pratici nel campo della prevenzione vengono illustrati con approfonditi studi di ricerca. Dal mantenimento del cervello in salute (M. Trabucchi, Ricerca Geriatrica di Brescia) all’apprendimento di uno stile di vita sano (M. Bo, direttore ffS.C Geriatria e Malattie Metaboliche dell’Osso – Torino) eliminando fumo,  alcolici, assumendo un’alimentazione sana ricca di verdure e frutta, facendo attività fisica regolare per proteggersi nei confronti delle malattie cardiovascolari e avere un minor rischio di sovrappeso, ipertensione e diabete e un miglior quadro lipidico. E poi la prevenzione dell’osteoporosi (P. D’Amelio, dipartimento di Scienze Mediche – UniTo) la cui patologia causa ogni anno circa 465 mila fratture in Italia ed è  importante causa di disabilità – dopo una frattura non riesce più a salire le scale l’80% e non è più autonomo il 50%. Con l’attività fisica si mantiene la densità ossea e la massa muscolare, con l’alimentazione il metabolismo della vitamina D e il calcio.

Altri consigli di programmi di prevenzione primaria e secondaria sulla cura per l’igiene orale, pelle, occhi e udito sono stati presentati da A.M. Fea, Oftalmologia Università di Torino, R. Albera del Dipartimento di Scienze chirurgiche Unito, S. Carossa direttore della Acdu Riabilitazione orale maxillo-facciale e implantologia dentale e P. Quaglino della Clinica dermatologica UniTo.

L’evento si è concluso con un incontro  di  approfondimento su  sei specifiche aree:  sportiva (Pietro Astegiano),  della nutrizione (Etta Finocchiaro), di pneumologia e rischio fumo da sigaretta (Caterina Bucca), di urologia Paolo Gontero),  di ginecologia (Chiara Benedetto) e infine dell’affettività e comunicazione (Sandro De Angelis).

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