Papa Francesco a Lisbona ad agosto, ai giovani della GMG, ha esortato: «pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano». Le sue parole risuonano come monito e auspicio ancor più in questi giorni, in cui Lampedusa è coinvolta da un elevato numero di sbarchi e i confini europei si mostrano sempre più chiusi.
La bellezza di un luogo, Lampedusa, è inscritta nella sua cultura e nella storia, nei caratteri e nelle stratificazioni dell’ambiente naturalistico. La cultura dell’accoglienza è bellezza e valore che ha segnato e formato il carattere dell’isola racconta Anna Sardone dell’Archivio storico Lampedusa, illustrando i cambiamenti di oggi e l’accoglienza oscurata dalla logica dell’emergenza e dalla gestione del pericolo. All’estremità dell’isola, sul mare, una maestosa porta aperta, la Porta d’Europa dell’artista Mimmo Paladino, è simbolo e memoria dell’accoglienza ai migranti.
Qui, lungo i tratti di costa, una tartaruga protetta nidifica. Ed è una tartaruga – nei versi di Alda Merini di «Una volta sognai»- quella che sotto il peso dell’amore salva col suo guscio i naufraghi, come fa la terra che salva. Un moto di salvezza che ritroviamo nel murale della biblioteca di Lampedusa e nella video animazione dell’artista Blu. È la bellezza dell’accoglienza, in un flusso continuo di esistenze che cercano vita, libertà e dignità di scelta.
«Una volta sognai
di essere una tartaruga gigante […]
Ero una tartaruga che barcollava
sotto il peso dell’amore […]
Così, figli miei,
una volta vi hanno buttato nell’acqua
e voi vi siete aggrappati al mio guscio
e io vi ho portati in salvo
perché questa testuggine marina
è la terra
che vi salva
dalla morte dell’acqua. »
Alda Merini, Una volta sognai, 2008
Sognare di essere una tartaruga Caretta Caretta, preziosa e protetta dall’estinzione, che raggiunge le spiagge di Lampedusa per deporre le uova; sognare di essere una tartaruga che trasporta vita sotto l’impulso dell’amore, come terra che salva. È il sogno che Alda Merini dedica all’isola, approdo mediterraneo d’Europa, isola di sbarchi e di naufragi1.
Lampedusa è l’estremità meridionale d’Europa, isola sospesa nel Mediterraneo e tappa di passaggio di tanta gioventù, di una umanità migrante in cerca di vita e futuro. Terra che incontra il moto di esistenze in transito, il continuo e incessante viaggio fatto di pene, pericoli e di sfide, di violenza e di sogni, di morte e di vita, in un flusso che mai si arresta e sempre si rinnova e cresce2.
Una Porta tra Africa ed Europa
Qui, in questo lembo di bellezza sul mare, una installazione ambientale rompe l’orizzonte ed emerge nel paesaggio, sospesa tra terra e mare. È la “Porta d’Europa”, realizzata dall’artista Mimmo Paladino. È arte che spalanca il passaggio e congiunge idealmente Africa e Europa nel Mediterraneo.
Guarda al mare e a chi, migrante, vi approda e commemora chi ha perso la vita in quel mare. Maestosa con i suoi cinque metri di altezza e tre di lunghezza si erge come varco simbolico con la sua monumentalità eloquente, che evoca passati scolpiti dall’arte e dall’architettura, sfida culturale e storica alle dialettiche d’oggi sulle emergenze e sulle urgenze di gestione del pericolo. Non celebra, ma narra di fari che parlano ai naviganti. Nel promontorio costiero, nel punto più a sud dell’isola e dell’Europa, la porta suggerisce apertura contro i respingimenti, accoglienza contro il rifiuto ed è bellezza contro la paura. Richiama narrazioni di incontri di culture, di contatti, di scambi che hanno attraversato nei secoli il Mediterraneo.
L’opera ideata nel 2008, su impulso di Arnoldo Mosca Mondadori e della ONG Amani for Africa, è dedicata ai migranti ed è stata restaurata nel 20203. Esposta al vento e agli effetti del mare, è segnata dalla fragilità. Realizzata in ceramica e ferro espone sulla sua superficie oggetti semplici d’uso e indumenti, anche simbolici, sedimenti di memorie isolane. Nella monumentalità rimanda agli archi trionfali, alle porte di ingresso delle città antiche e al contempo evoca il transito, il superamento del confine e delle frontiere chiuse.
Confini come zone di contatto
“pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano”4
Le parole di Papa Francesco alla GMG di Lisbona nell’agosto scorso sollecitano a guardare nel profondo e parlano dritte ai giovani, e a tutti, di accoglienza, di migrazioni come opportunità e non come pericolo, in un tempo e in una geografia europea e mondiale che ripropone invece la chiusura e la difesa nella paura. L’esortazione si lega alla considerazione complessiva: «Sembra che le ingiustizie planetarie, le guerre, le crisi climatiche e migratorie corrano più veloci della capacità, e spesso della volontà, di fronteggiare insieme tali sfide.»5
Nell’incontro stampa in occasione del viaggio di ritorno da Lisbona, affermando che il Mediterraneo è un cimitero, il Papa ha aggiunto che il cimitero più grande è il Nord Africa, dove si compie nei “lager” lo sfruttamento dei migranti6. Il Mediterraneo è luogo di rotte migratorie, forzate, sospinte dalle ingiustizie, mentre dovrebbe essere un Mediterraneo ospitale. Nel messaggio per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato 2023 le sue parole esortano a ripensare il compito del dialogo e dell’accoglienza, per realizzare il diritto e garantire la libertà vera a poter rimanere nella propria terra e a riconoscere il valore della migrazione come “frutto di una scelta libera”, nel massimo rispetto della dignità di ogni migrante. Di fronte alle migrazioni forzate il compito è di non escludere e di costruire comunità capaci di promuovere e proteggere7.
Un archivio di storie di incontri ed il senso dell’accoglienza
INTERVISTA AD ANNA SARDONE
Lampedusa, pensata comunemente come isola di approdi e di emergenze, è terra di storia, cultura e di incontri, come testimonia la Presidente dell’Associazione Archivio Lampedusa, Anna Sardone8 . A lei chiediamo di parlarci della bellezza, dell’arte e del significato culturale e sociale che lega il passato e dà senso al presente nel valore dell’incontro e dell’accoglienza.
D. Siete un Archivio storico ed il valore della bellezza e la testimonianza del patrimonio storico – culturale è tra i vostri obiettivi. La grande Porta sul mare realizzata sull’isola da Mimmo Paladino è arte pubblica e monumentale a disposizione di tutti, segno tangibile di accoglienza ed incontro. Quanto essa rappresenta la continuità con la storia, la ricchezza culturale ed i valori dell’isola?
R. «L’isola di Lampedusa è da sempre crocevia di popoli che qui si sono fermati durante la navigazione nel Mediterraneo o hanno scelto di stabilirvisi. Fin dagli albori della presenza umana attestata sull’isola, testimoniati dai ritrovamenti archeologici, ciò che emerge è un ruolo di tramite tra luoghi e popoli diversi.
I primi abitanti, provenienti dalla Sicilia, nel Neolitico, avevano contatti costanti non solo con l’Africa, molto vicina, ma anche con la Sicilia stessa e con Pantelleria, da cui inequivocabilmente provengono i numerosi frammenti di ossidiana e i vasi di ceramica da fuoco propri di quell’isola. Da Lampedusa sono passati naviganti fenici e greci, così come attestano i ritrovamenti in mare, e qui si sono stabiliti i romani e i cartaginesi che avevano rapporti consolidati di carattere economico e commerciale, sia con l’Oriente del Mediterraneo sia con l’Occidente.
Il ruolo di luogo di sosta per coloro che navigavano è confermato dalla successiva storia dell’isola. Un luogo simbolo è in tal senso quello in cui oggi sorge il Santuario della Madonna di Porto Salvo. È lì che i naviganti trovavano accoglienza durante i loro viaggi ed è lì che si incontravano con uomini di cultura e religione diversa, senza che ciò desse adito a scontri e conflitti. Lampedusa doveva rappresentare per tutti un porto franco, un luogo di riposo e ristoro. Gli eremiti, cristiani o musulmani, che qui vivevano col compito di segnalare l’isola mediante l’accensione di fuochi, rifocillavano i viaggiatori, consentivano loro di pregare, pregavano insieme a loro.
È forse questa l’origine della tradizionale attitudine all’accoglienza dei lampedusani che si è manifestata nella storia più recente nei confronti di chi arriva dall’Africa. Un fenomeno che interessa gli ultimi 40 anni e che, nelle diverse fasi in cui si è evoluto, ha avuto caratteristiche differenti. All’inizio i lampedusani soccorrevano coloro che approdavano sull’isola: li accoglievano nelle loro case, permettevano loro di mangiare e di lavarsi. Solo dopo li accompagnavano dai carabinieri.
Col passare degli anni gli approdi si sono moltiplicati e la gestione del fenomeno è passato nelle mani dei vari governi. È subentrata la logica dell’emergenza. Un’emergenza che non è mai trattata come fenomeno permanente e con strumenti adeguati. I migranti approdati vengono portati in quello che era prima il Centro di accoglienza, oggi Hotspot. Per qualche anno potevano uscire e recarsi in paese, comunicare con le persone.
Oggi i contatti con la popolazione lampedusana sono sempre più ridotti, anzi, dopo il covid praticamente inesistenti. L’accoglienza, quella ancora umana e gentile e non improntata a un efficientismo poco efficace e, soprattutto, poco attento ai diritti dei migranti, è rimasta appannaggio di un gruppo di persone che, in maniera volontaria, si reca sul molo Favaloro al momento dell’arrivo e accoglie le persone migranti con un benvenuto, un sorriso, un tè caldo.
La Porta d’Europa è il simbolo di coloro che la porta la pensano sempre aperta per chi ha bisogno, per chi vuole conquistare il proprio diritto a vivere una vita felice dovunque voglia farlo».
Come una tartaruga
Lampedusa è storia ed è bellezza naturalistica e ambientale, custode di un mondo vegetale e animale raro e da tutelare. È l’isola maggiore dell’arcipelago delle Pelagie, riserva naturale tra Europa ed Africa, geologicamente appartenente al continente africano. Un patrimonio naturale costituito da flora e vegetazione, animali e fondali, da accogliere e preservare nella varietà e ricchezza di ambienti, endemismi, rarità di specie.
Alle migrazioni delle tartarughe e degli uomini si rivolge il murale dell’artista internazionale Blu, ideato e realizzato sulle pareti esterne del piccolo edificio in cemento che ospita la biblioteca dell’isola9. Il murale di Blu presenta il ciclo ininterrotto di migrazioni, con l’imbarcazione carica di persone che naufraga, la tartaruga che si libera dal filo spinato per approdare e trasformarsi in imbarcazione che salva.
Nell’atto di consegnarsi e affidarsi al mare da parte di chi fugge e lascia la sua terra, come nel percorso delle tartarughe in transito verso l’isola per nidificare, si compie il percorso della nascita e della rinascita che ha senso nell’accoglienza e nella bellezza.
Sotto il peso dell’amore «questa testuggine marina è la terra che vi salva»10.
1 La poesia fu scritta da Alda Merini in occasione della realizzazione della Porta d’Europa e fu letta durante l’inaugurazione della Porta, il 28 giugno 2008
3 https://amaniforafrica.it/cosa-facciamo/la-porta-di-lampedusa/
4 Discorso del Santo Padre, 2 agosto 2023, GMG Giornata Mondiale della Gioventù Lisbona https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2023/august/documents/20230802-portogallo-autorita.html
5 Discorso del Santo Padre, 2 agosto 2023, GMG Lisbona cit.
6 https://www.youtube.com/watch?v=vN1IeoG-n40. Papa Francesco guarda alla necessità di un Mediterraneo di accoglienza, tema che sarà affrontato in occasione dell’Incontro sul Mediterraneo a Marsiglia a fine settembre. Dal 22 al 23 settembre Papa Francesco sarà a Marsiglia in occasione dei “Rencontres Méditerranéennes” (17/24 settembre), festival ecumenico e interreligioso dei Paesi affacciati sul Mediterraneo che riunisce i giovani di diverse confessioni e religioni di 30 paesi del Mediterraneo https://rencontres-med23.org/
7 109 Giornata del migrante e del rifugiato 2023 (24 settembre 2023) https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/migration/documents/20230511-world-migrants-day-2023.html
8 https://www.archiviostoricolampedusa.it/ L’Archivio storico Lampedusa è un’associazione impegnata nella tutela del patrimonio culturale dell’isola
9 https://blublu.org/b/2022/11/01/lampedusa-library/
10 Alda Merini, Una volta sognai cit.
© Bioetica News Torino, Settembre 2023 - Riproduzione Vietata