Di fronte alla volta celeste e alla luce delle stelle affiorano le domande universali ed esistenziali di sempre. Sono quelle che troviamo nei versi del pastore errante di Leopardi e che permangono immutate oggi nei progressi tecnologici e nel tempo dell’esordio della IA. Anche i Magi astrologi guardavano la stella. Nella luce c’è la traccia per congiungere la terra e l’infinito del cielo
L’artista Lorenzo Gnata, con le sue opere realizzate con diversi mezzi espressivi, scruta il linguaggio universale ed il senso nelle esistenze ritagliate nel collage “Sospesi”e con “Cercar le stelle” realizza una trama di fili che invita a guardare oltre il velo del visibile e attraverso l’arte a percepire, riconciliarsi ed esplicitare il bisogno di infinito e di senso.
«E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando:
A che tante facelle?
Che fa l’aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?»
(Giacomo Leopardi, Canto notturno di un pastore errante dell’Asia)
Nel silenzio vuoto del deserto, che confina e si fonde nel cielo, il pastore errante nel suo andare col gregge e seguito dalla luna ripropone le domande universali ed esistenziali di sempre, di ieri e di oggi. Sono le domande che ricorrono nei tempi, gli interrogativi di senso che affiorano di fronte all’infinito del cielo e alle sue luci, perdendoci nello splendore delle stelle; sono i pensieri che prendono forma nei versi senza risposte di Leopardi. Proprio una stella nel cielo da oriente videro i Magi, affidatisi ad essa con fiducia, rinnovando nella Luce il fulcro esistenziale della congiunzione della vita, unendo nel loro ricercare scienza e spirito alla ricerca di senso 1 .
“Non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle
invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle
invisibili invece sono eterne” 2
Oltre il visibile
Osservando la grande rete, velo che si interpone tra il qui ora e il sopra infinitamente esteso, opera creata dall’artista Lorenzo Gnata 3 e allestita per l’Avvento all’interno della cappella settecentesca del Polo teologico di Torino, affiorano queste stesse domande e ricerche nei materiali e nella forme contemporanee dell’arte 4 . L’opera, intitolata “Con le stelle” (2023, penna 3D bianca su un velo di tulle) invita a guardare oltre il velo del visibile e attraverso l’arte a percepire, riconciliarsi ed esplicitare il bisogno di infinito e di senso. Piccole figurine umane e stelle si scorgono nella trama di fili che compongono il velario e che aprono all’infinito.
Lorenzo Gnata ricerca e fa arte con una impronta, come asserisce lui stesso, “poetica concettuale-figurativa”. Tratto caratterizzante dell’artista è l’indagine sull’esistenza, la relazione tra umanità e ambiente, la ricerca di svelamento di un linguaggio universale; riduce all’essenzialità ogni sovrabbondanza descrittiva e narrativa, in una modalità di scavo per penetrare l’esistenza dell’essere umano e andare oltre il mero visibile. L’umanità resa essenziale appare nei collage di Gnata esposti in questi giorni alla Casa del Conte verde per la Biennale D’Arte Moderna e Contemporanea del Piemonte – edizione 2023, a cura del prof. Edoardo Di Mauro 5.
Sospesi tra terra e cielo
“Sospesi” è collage minuto e profondo di esistenze, estratte fuori dal tempo e dalla realtà ambientale, in uno scavo che porta in primo piano frammenti di vita, senza il loro contesto e verso l’essenzialità dell’esistere 6. Invita a ritrovarsi nei cammini nomadi di vite sospese, nell’umanità profuga quasi in processione nella ricerca di vita, nelle solitudini, nella fatica, nei percorsi dell’anima umana che cercano senso, sempre, oltre le specificità dei tempi e dei luoghi.
Su fondo giallo sono sospese figure grigie che arrivano da altre storie, da scatti di fotogiornalismo. E’ ritaglio di soggetti atemporale e privato della realtà; ci provoca, ci interroga su chi siamo, dove andiamo. Frammenti fragili di memorie che suggeriscono il bisogno di superamento della finitudine, la ricerca verso e nella luce.
L’arte come ricerca
INTERVISTA A LORENZO GNATA
D. Usi molti mezzi espressivi nel creare le tue opere. Hanno una correlazione tra loro?
R. «Sebbene la mia formazione artistica sia di natura pittorica, non mi sono mai imposto di occuparmi unicamente di pittura. Questo perché sono convinto che la mia poetica artistica non sia vincolata ad una forma espressiva unica, scelta a priori, ma che si muova fluidamente tra diversi media, in quanto ritengo che, ciò che conta, sia in realtà una coerente dichiarazione di intenti; un pensiero che acquisisce una forma nel momento in cui scende nella realtà.
È per questo motivo che, dalla pittura iniziale, nel corso degli anni, ho esplorato il collage, la scultura, l’installazione, la performance, la fotografia, sino alle nuove tecnologie, per poi tornare nuovamente alla pittura e ripartire da capo.
Pittura che, in seguito ad eventi personali, si è via via sgravata del peso di un contesto, liberando i soggetti all’interno di ampi spazi monocromi giallo verdastri. Situazioni tradotte poi nei collage della serie “Sospesi”, a loro volta staccate dalla superficie e sgravati di ulteriore peso mediante il disegno a penna 3D, presente nelle ultime opere della mia ricerca.»
D. Le figurine che emergono in “Sospesi”, ritagliate dal loro contesto, ricordano la fragilità di sempre delle nostre esistenze, atemporale e universale. “Con le stelle” invita a guardare oltre, ad incontrare l’invisibile agli occhi e ad annodare le domande di senso. L’arte può aiutarci a narrare l’esistenza e svelare spiritualità?
R. « Penso che l’Arte, anche involontariamente e in modo non manifesto, possa sempre svelare sfumature dell’esistenza. Questo perché nasce da individui i quali non sono avulsi dal mondo in cui vivono. Ed essendo immersi nella realtà, in qualche modo la filtrano mostrandola ognuno dalla propria prospettiva. Allo stesso modo, anche la spiritualità può emergere in maniera più o meno manifesta all’interno dell’operato artistico, in funzione del sentire intrinseco del creatore. »
∞∞∞∞
Cercare la luce
Lo stupore ammirato nella notte di stelle di Leopardi contiene il bisogno di andare oltre il visibile, la ricerca di senso che la luce richiama. La contemporaneità, attraverso la tecnologia, l’astronomia e le scienze, così come nelle attese di risposte dell’IA, esprime la capacità di indagare, con precisione sempre maggiore, misure, distanze e cicli della sfera celeste. Dal mondo antico, in tutti i tempi e culture, attraverso il corso dei secoli permane una costante che va oltre le misurazioni, che scruta quello che non è misurabile e nella luce ci accompagna nell’invisibile, mostrando il bisogno di infinito. La luce, non solo fenomeno fisico, ma archetipo simbolico, entra nelle esistenze e consente di ispirarle, assume senso di metafora spirituale, religiosa, entra nell’arte e la anima intensificando le percezioni. Nelle espressioni culturali e religiose di Oriente e di Occidente illumina la notte, dà incipit e senso all’esistenza, congiunge la vita ed il sacro: dai riti pagani ai versi del pensatore mistico al-Ghazali, dallo spirito della festa dei Diwali alle luci di quella di Hanukkah, alla luce che illumina e dà senso al tempo dell’attesa, dell’Avvento che preannuncia la vita.
Cercare la luce: nell’arte è laboratorio e tramite per esplorare i frammenti minuti dell’esistenza o congiungere la terra e l’infinito del cielo
1 Mt 2,9
2 2 Cor 4,18
3 Lorenzo Gnata (Biella, 1997) è un artista italiano, diplomato all’Accademia Albertina di Torino. Si definisce artista visuale e impiega vari mezzi espressivi, unisce poesia e ricerca sociale, e definisce così la sua ricerca artistica: “ le mie opere sono tentativi poetici di conservare la traccia della nostra esistenza”. https://lorenzognata.com/
Le sue opere sono state esposte presso: Tate Britain (Londra), Reggia di Venaria – Giardini (Torino), La Triennale (Milano), Fondazione Treccani (Napoli), Fondazione Bevilacqua La Masa (Venezia), Artissima (Torino) e sono presenti in diverse collezioni permanenti.
4 Nella cappella del Polo Teologico di Torino, dall’ 1 al 7 dicembre 2023, si è svolta, in collaborazione tra l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e l’Accademia Albertina di Belle Arti, la mostra “InAttesa” con opere di cinque giovani artisti, Giuseppe Gallace, Chantal Garolini, Lorenzo Gnata, Giulia Piacci e Andrea Zanninello. https://www.teologiatorino.it/una-mostra-inattesa/
5 L’edizione di quest’anno ha titolo “Anni dieci: quando arriva Godot?” dal 2 dicembre al 7 gennaio 2024. La mostra si compone da un lato di proposte giovani ed emergenti, dall’altro artisti maturi ed affermati. https://www.comune.rivoli.to.it/anni-dieci-quando-arriva-godot-la-mostra-della-bam-alla-casa-del-conte-verde/
6 Sospesi (I Generazione colla e acrilico su cartoncino, 13,5×19 cm, dal 2018) è esposta alla BAM Biennale presso la Casa del Conte Verde
© Bioetica News Torino, Dicembre 2023 - Riproduzione Vietata