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99 Ottobre-Novembre 2023
Speciale Bioetica, cura e disabilità

L’arte e l’amor da sentire Intervista allo scultore Felice Tagliaferri

Abstract

Come superare le barriere, non solo fisiche, che impediscono di esprimerci? Come superare il consumo riduttivo e superficiale dell’arte e il limite della nozione per gli adolescenti?
Come percepire e cogliere l’amore e l’arte?
Lo scultore non vedente Felice Tagliaferri suggerisce un percorso esperienziale attraverso il fare, il guardare all’interno, per svelare le nostre abilità e cambiare prospettiva interiore.
Dare forma all’invisibile. Farci attraversare dall’amore direbbe Pier Della Vigna!

«Però ch’amore non si pò vedere
e no si tratta corporalemente,
manti ne son di sì folle sapere
che credono ch’amor sia nïente»

(Pier Della Vigna, sonetto XIII sec)1

L’amore si può vedere? E l’arte?
Pier Della Vigna, poeta alla corte siciliana di inizi Duecento, suicida dopo l’accusa di tradimento verso l’imperatore Federico II di Svevia e cantato da Dante, all’astrattezza dell’amore contrappone la tesi di una forza non visibile, che fa sentire la sua presenza nel cuore. L’amore non ha natura puramente accidentale e non è vero che sia niente, asserisce il poeta. E’ una sostanza che attrae, ha una forza reale e concreta proprio come quella invisibile della calamita sul ferro, in base al paragone mutuato dal poeta dal mondo dei fenomeni naturali. L’amore svela il suo statuto ontologico, la sua natura sostanziale da una immagine/nozione di filosofia naturale e domina l’umanità con la sua energia.

E’ l’invisibile che ci attraversa e si fa sentire.

Vedere l’arte: sentire e dare forma all’invisibile

Ho incontrato Felice Tagliaferri alcuni anni fa alla Reggia di Venaria in una esperienza di arte, di accoglienza e cura rivolta agli studenti della Scuola secondaria di secondo grado. Accompagnati in un gioco dentro se stessi, alla ricerca e allo svelamento dell’arte, gli adolescenti avevano provato l’incanto dall’esperienza. Con gli occhi chiusi a percepire le essenze del giardino e poi a plasmare la creta.
L’arte, quella non da vedere, ma da sentire, percepita con le mani, nell’ascolto dei suoni, nell’energia che si anima all’interno di noi, come la forza che pervade la calamita sul ferro nell’immagine di Pier Della Vigna, è affiorata sotto la guida dell’artista scultore.

Felice Tagliaferri è – come egli stesso si descrive – scultore non vedente che dà vita a forme che nascono nella mente e si modellano con l’uso delle mani, in un atto creativo che dà “forma ai sogni”. Creta, marmo, legno e pietra sono i materiali che lavora. La sua è arte figurativa e sociale inclusiva. Come asserisce: “il mio impegno è da sempre rivolto al diritto alla fruizione dell’arte da parte di tutti, ciascuno secondo le proprie possibilità” 2.

Artista noto in ambito internazionale, trae dalla perdita della vista in adolescenza l’avvio del suo cammino nell’arte. Il suo Cristo riVelato del 2010, scultura idealmente legata al Cristo Velato della Cappella Sansevero a Napoli, è opera realizzata dall’impossibilità, in visita alla cappella, di toccare la scultura settecentesca di Giuseppe Sanmartino, unico modo per lui di vederla e sentirla. Il Cristo riVelato è opera da toccare, svelata a tutti. Consente di vedere ciò che non si può vedere con gli occhi, sentire le forme con le mani, percepire l’arte da prospettive e con sguardi diversi. Tagliaferri insegna non il limite, ma la potenzialità di sguardi nuovi e percezioni nel sentire.

tagliaferri-cristo-rivelato-2010
©Felice Tagliaferri, Cristo riVelato, 2010, Per gentile concessione Felice Tagliaferri, riproduzione vietata

Dall’esperienza resa possibile nel 2018 di studiare e toccare la scultura michelangiolesca nasce Nuovo sguardo, 2020, una pietà ispirata a quella di Michelangelo. L’opera coinvolge e cattura attraverso la prospettiva rovesciata dei soggetti: il figlio tiene in braccio la madre sfinita. Richiama il senso del prendersi cura filiale, dell’uomo verso la donna, dei giovani verso gli anziani. La donna tenuta in braccio rappresenta nelle sue forme le tre età della vita, nel volto da ragazza, nel corpo da donna e nelle gambe da anziana. In un mondo che continua ad essere attraversato dalla violenza, la scultura guarda alla donna e all’umanità e restituisce consolazione e cura. E’ una pietà umana, laica, un recupero della pietas nei suoi connotati morali, sociali e religiosi che congiungono prossimo e divinità.

E’ arte di cambiamento quella di Felice Tagliaferri. Sprona ad approcci nuovi, non scontati. La Sacra Famiglia con bambino fragile del 2021 è una scultura dove il bambino che compone la famiglia di Nazareth è affetto da sindrome di Down 3. Non c’è compassione, non rivendica attenzioni, ma sollecita sguardi interiori, indica il senso delle molteplici e complementari abilità nella bellezza della nostra umanità fragile, ne scolpisce la sacralità e ne coglie il senso di salvezza nel farsi umano.

L’arte è da fare: l’invisibile agli occhi che ci rinnova

Intervista a Felice Tagliaferri

Ho risentito ad agosto Felice Tagliaferri, al telefono. Nella nostra conversazione abbiamo affrontato il tema di andare oltre la semplice visione dell’arte, di stimolare e promuovere l’accessibilità per tutti, accogliendo tutte le nostre diverse disabilità e abilità nascoste. E anche di superare i limiti del consumo superficiale dell’arte e della semplificazione nell’interazione opere/musei/visitatori. Avevo pensato alle sue opere e al contatto con l’arte che stimola e trasforma, proprio riflettendo sul dibattito pubblico estivo sorto in merito ai graffiti vandalici operati su monumenti e opere d’arte, come il Colosseo o il Corridoio Vasariano. Quale strada percorrere per educare al bello e non limitarsi alla semplice azione di difendere l’arte e punire i violatori? Come superare il mero meccanismo del consumo rapido, sommario ed esteriore dell’arte, come andare oltre la didattica della nozione? Perché ci sono barriere non solo fisiche, che impediscono di incontrare l’arte e percorrerne una relazione esperienziale.

L’arte, ha subito suggerito Tagliaferri, non può risolversi nel passaggio del pubblico al museo e con il momento del selfie davanti all’opera famosa del Louvre. Allora come creare le condizioni per un diverso approccio con l’arte? Come coinvolgere i giovani? Tagliaferri parla di accessibilità e di libertà dell’arte per tutti, di creare le condizioni per superare le barriere nello spirito. E’ necessaria un’esperienza al di dentro delle arti, una percezione sensoriale che apra a nuovi sguardi nel processo di conoscenza.

D. La sua testimonianza artistica dimostra come l’arte possa far parte di noi, della nostra sensibilità e sia elemento di vita e di valori. Come possiamo aiutare i giovani ad accogliere l’arte e a farsi cambiare da essa?

R. «La maggior parte delle persone muore senza aver conosciuto i propri talenti. Ognuno dovrebbe poter provare tutti i tipi di arte, suonare, dipingere, scolpire. Quando trova quella che le risuona dentro, è fatta! I ragazzi devono essere stimolati con spontaneità a fare esperienze d’arte, occorre offrire opportunità, relazioni, creare punti di incontro dove sperimentare l’arte. L’arte è da fare, da provare».

∞∞∞∞

Tagliaferri insegna ad entrare in contatto con l’arte. L’arte da sperimentare, da fare, la ricerca di quell’energia che ci sta dentro, sono il nuovo sguardo che ci indica, l’invisibile agli occhi che ci rinnova.

L’arte come l’amor

Come la scoperta dell’amor di Pier Delle Vigne, energia che attrae e trasforma

«Ma po’ ch’amore si face sentire
dentro dal cor signoreggiar la gente,
molto maggiore pregio deve avere
che se ’l vedessen visibilemente. […]
e questa cosa a credere mi ’nvita
ch’Amore sia; e dàmi grande fede
che tutor sia creduto fra la gente».
4

Note

1 Poiché amore non è visibile/ e non si tocca materialmente, / molti sono così sciocchi / da credere che non esista.
Pier della Vigna o Pier delle Vigne (1190-1249), poeta e letterato della Scuola siciliana e diplomatico della corte di Federico II di Svevia, è considerato uno dei massimi esponenti della letteratura medievale. Ha contribuito all’elaborazione e diffusione del volgare di scuola siciliana con alcune canzoni ed il sonetto sulla natura dell’amore “Però c’Amore”, intervenendo nella tenzone di Jacopo Mostacci. Dante Alighieri lo pone nella selva dei suicidi e lo assolve dall’accusa di tradimento dell’imperatore (XIII canto dell’Inferno).

2 https://www.felicetagliaferri.it/
Scultore e insegnante di arti plastiche, collabora con i Musei Vaticani, il Museo Tattile Statale Omero, il Museo di Arte Contemporanea di Roma, l’Accademia di Brera, l’Accademia di Roma, la Collezione Guggenheim di Venezia e la collezione d’arte moderna Ca’ la Ghironda di Bologna, Università di Catania, Accademia di Reggio Calabria, Accademia di Bari e Foggia, il Festival delle abilità di Milano. A lui è stata dedicata nel 2021 una puntata del programma su Raitre “Che ci faccio qui” di Domenico Iannaccone dal titolo “La forma delle cose”
https://www.raiplay.it/video/2020/12/Che-ci-faccio-qui—La-forma-delle-cose—21-12-2020-4d4fd607-7363-491e-bbcb-9eb5884b3a8c.html

3 Per Brescia Bergamo Capitale della cultura 2023: le tre opere dell’artista Felice Tagliaferri sono state esposte dal 12 gennaio al 25 giugno 2023 presso il Museo Diocesano di Brescia e fino al 31 dicembre di quest’anno presentate nel cortile del palazzo della Provincia a Bergamo. https://abbonamentomusei.it/mostra/felice-tagliaferri/

4 Ma poiché si fa sentire / nel cuore, l’amore domina gli uomini, / ed essi dovrebbero tenerlo in maggior considerazione / che se lo vedessero con gli occhi / […] e questo fatto mi induce a credere / che amore sia una sostanza; e mi dà sicurezza / che tuttora la gente lo creda.
http://siciliamedievale.unict.it/antologia/tenzone-sulla-natura-damore/pero-chamore-non-si-po-vedere/analisi-del-testo/
Testo del sonetto di Pier della Vigna: “Però ch’Amore no si pò vedere / e no si tratta corporalemente, / manti ne son di sì folle sapere / che credono ch’Amore sia nïente./ Ma po’ ch’amore si face sentire/dentro dal cor signoreggiar la gente,/ molto maggiore pregio deve avere/ che se ’l vedessen visibilemente./ Per la vertute de la calamita/ como lo ferro atra’ no si vede,/ ma sì lo tira signorevolmente;/ e questa cosa a credere mi ’nvita / ch’Amore sia; e dàmi grande fede/ che tutor sia creduto fra la gente.”

 

© Bioetica News Torino, Novembre 2023 - Riproduzione Vietata

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