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63 Novembre 2019
Mini Dossier. Fine vita: tra eutanasia e cure palliative

Editoriale

Gentilissimi lettrici e lettori,

In questo mese di novembre, in data 22, la Corte costituzionale ha depositato la sentenza 242/2019 che regolamenta il fine vita riguardo al suicidio assistito  non più punibile come reato previsto dall’articolo 580 del codice penale solo però per determinate circostanze  e «sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente».  Sostanzialmente viene ribadito quanto anticipava il comunicato stampa della stessa il  25 settembre u.s. nel quale spiegava il motivo della decisione che  ha dovuto prendere in quanto il Parlamento non era riuscito ad intervenire nel tempo previsto, ad un anno dall’ordinanza n. 207 del 2018.

Quel che più preoccupa quando si pensa al morire è la sofferenza. Curare e prendersi cura della persona malata, accompagnandola fino al suo termine con compassione, trattando il dolore e dando sollievo dalla sofferenza nel rispetto della dignità e libertà della persona fa parte della vocazione del medico che è al servizio della vita. Al 2010 risale l’introduzione della legge sulla terapia del dolore e le cure palliative in Italia. Gli  hospice e l’assistenza domiciliare per le persone malate di cancro e altre malattie in fase terminale, quando non sono  più responsive alle terapie,  se ne prendono cura in equipe professionale e interdisciplinare in modo totale, in tutta la loro dimensione fisico, psichico, sociale e spirituale, assieme ai loro familiari. L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce così le cure palliative:  «né affrettano né posticipano la morte,  affermano la vita e riconoscono la morte come processo naturale».  Migliorano la qualità della vita,  danno dignità alla persona nell’ultimo periodo senza che la persona sia lasciata sola.  Desideriamo condividere con voi un approfondimento sulle cure palliative con esperti del settore, con un quadro della situazione italiana, partendo dalla questione che ha destato l’attenzione in questi mesi, il suicidio assistito, quale occasione per riprendere, attraverso la lettura di due testi, a cura dei professori Enrico Larghero, medico, bioeticista e responsabile Master in Bioetica – Facoltà Teologica e Giuseppe Zeppegno, direttore del Ciclo di Specializzazione in Teologia Morale con indirizzo sociale e dottore di Ricerca morale e bioetica – pubblicati su «La Voce e il Tempo» per il quale ringraziamo il direttore Alberto Riccadonna per concederci tale opportunità –  quel filo conduttore che consente una maggiore riflessione sul fine vita e apertura alle  cure palliative.

Vi sono poi due articoli uno del prof. Giuseppe Zeppegno e l’altro di una nostra redattrice, Gabriella Oldano, che descrivono due iniziative del Ciclo di Specializzazione in Teologia Morale – Facoltà Teologica di Torino. Rispettivamente, il primo su un convegno in cui si è posta la riflessione etica sulla creazione di nuovi sistemi economici  più a dimensione e dignità umana e nel rispetto dell’ecosistema utilizzando le innovazioni tecnologiche, con diverse esperienze imprenditoriali  a confronto, in occasione della celebrazione del  Ventennale di fondazione del Ciclo di Specializzazione, tenutosi il 22 ottobre scorso. Il secondo sull’incontro  con i giornalisti Piero Bianucci, giornalista scientifico, Francesco Ognibene, caporedattore di «Avvenire» e  Alberto Riccadonna, direttore «La Voce e il Tempo» sul tema  «Media ed Etica in una società plurale»  quale prima lezione del nuovo anno accademico 2019-2020 del Ciclo Specialistico di Bioetica Avanzata, inaugurata  il 5 ottobre scorso con i saluti di benvenuto da parte del Direttore del Ciclo di Specializzazione il prof. Giuseppe Zeppegno e del Presidente del Master il prof. Franco Ciravegna.

Vi annunciamo poi  alcune novità editoriali dello Scaffale a cura del prof. Carla Corbella, docente di Etica della Vita presso la Facoltà Teologica di Torino e presentiamo le recensioni di due testi. Il primo è  il recente volume, curato da Mariella Lombardi Ricci, Giuseppe Zeppegno e Santo Lepore, che si intitola «Scienza e tecnica: quale potere?» (edito Effatà), con la collaborazione di 14 autori, che è recensito da Santo Lepore,  teologo morale, del gruppo di ricerca «In dialogo» ed ingegnere aereonautico. Il testo fa parte della collana «Taurinensia» della Facoltà Teologica di Torino. Vi hanno lavorato il gruppo di ricerca «In dialogo» e il Centro Cattolico di Bioetica. Il secondo, dal titolo  «Potere computazionale. L’impatto delle ICT su diritto, società, sapere», edito da Meltemi,  è scritto da  Massimo Durante, professore di Filosofia del Diritto, che  indaga su come l’intelligenza artificiale influenza l’uomo nella società contemporanea. È recensito dalla nostra redattrice  Ilaria Losapio, dottoressa in Scienze della Comunicazione.  Infine Mariella Lombardi Ricci, professore emerito di Bioetica presso la Facoltà Teologica di Torino ci segnala un testo di Giorgio Dobrilla, medico e scrittore, intitolato Parole al vento (Praxis), una raccolta di aforismi che spazia dalla filosofia alla comunicazione alla politica ai preconcetti.

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