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64 Dicembre 2019
Mini Dossier. Le fragilità esistenziali

Editoriale

Gentilissimi Lettrici e Lettori,

Per molte persone una speranza di vita è legata ad un filo sottilissimo, ad un piccolo ma riconoscente gesto di grande generosità gratuita che viene dai donatori, nella consapevolezza che nella perdita della propria vita possono donare la continuità del vivere in chi è in attesa di un organo. Nuovi orizzonti si stagliano nella donazione e trapiantologia italiana, un settore in cui purtroppo le liste di attesa sono lunghe –  dai dati del Sistema Informativo Trapianti al 31 dicembre 2018 si contavano  8.713 pazienti in attesa –  e lo squilibrio fra domanda e offerta è ancora ampio nonostante  il crescente diffondersi di un atteggiamento culturale a favore.  È la nuova pratica “a cuore fermo”, che avviene dopo il decesso con l’accertata cessazione dell’attività cardiaca e consente attraverso una tecnica innovativa il rigeneramento e mantenimento degli organi prelevati. Nel nostro Paese, nel 2018 ne sono stati effettuati 47  ricorrendo con tale procedura secondo i dati del Centro nazionale trapianti. Una pratica però complessa, che rappresenta una sfida per il futuro con le sue criticità, che ci viene spiegata, in questo numero, in un’intervista del prof. Enrico Larghero, medico e bioeticista, «Trapianto “a cuore fermo”» alla dottoressa Marinella Zanierato.  È medico anestesista e coordinatrice di tale progetto presso l’Ospedale Molinette della Città della Salute e della Scienza di Torino, dove appena un mese e mezzo fa, destando l’attenzione scientifica, Zanierato ha eseguito in equipe, per la prima volta,  da una donazione multiorgano un trapianto di fegato, due trapianti di rene e un trapianto di polmone. Un tipo di trapianto d’organo con cui si potrebbe vincere innanzitutto  la titubanza di chi sarebbe favorevole alla donazione di organi ma ha una certa diffidenza verso il tradizionale prelievo  in stato “di morte cerebrale”.

Con la neuropsichiatra infantile Maria Pia Massaglia professore associato dell’Università degli Studi di Torino e con il dottor Roberto Merli, psichiatra e direttore del Centro Salute Mentale di Biella entriamo nel mondo delle fragilità esistenziali a cui abbiamo dedicato questo mini-dossier. Più precisamente, con Massaglia –  tramite l’articolo della giornalista Lara Reale «Adolescenza: la più delicata delle transizioni» –  nel disagio adolescenziale emergente in un cammino importante verso l’età adulta, ricco di trasformazioni del proprio corpo e di confronto relazionale, sottoposto a molteplici  stimoli dalla società odierna e vissuto con difficoltà  per fattori diversi nel rimodellare la propria identità. Con Merli si viene a comprendere un altro aspetto, quando depressione, stati d’animo come rabbia o ansia vengono ad assumere una sofferenza mentale di tali dimensioni che la persona si proietta totalmente verso la disperazione e  la negazione di sé arrivando anche a tentativi o a comportamenti suicidari. L’Autore in «Quando il male di vivere prende il sopravvento» ci presenta alcuni interventi di prevenzione comprendendo anche una modalità del comunicare, semplice ma efficace nella relazione di aiuto e lo disvelamento delle affermazioni non veritiere che non aiutano affatto nella lettura dei segnali di allarme. È un mini-dossier contenenti i primi interventi che si sono alternati nel corso dei quattro incontri formativi, «I Martedì della bioetica», organizzato dall’Amci – sezione di Torino in collaborazione con Bioetica & Persona Onlus, con il patrocinio del Centro Cattolico di Bioetica dell’Arcidiocesi di Torino, che si sono conclusi alcuni giorni fa.

Infine vi segnaliamo due eventi: il primo, un convegno intitolato «Ai confini della vita» organizzato dalla Casa della «Divina Provvidenza» del Cottolengo di Torino in collaborazione con l’Unitalsi Piemonte che si terrà sabato 25 gennaio prossimo  presso la sede cottolenghina sulle questioni etiche dell’agire degli operatori sanitari nelle fasi della vita dal nascere al morire alla luce dei nuovi progressi scientifici; il secondo, è la nuova serie di incontri con la quale si dà avvio ai «Martedì della bioetica» del prossimo anno a partire dal 18 febbraio fino al 9 giugno, «I luoghi della salute e della malattia».

Concludiamo con le rubriche sulle novità editoriali proposte nello Scaffale dal prof. Carla Corbella, docente di Etica della Vita presso la Facoltà Teologica di Torino, e quelle dedicate alle recensioni a cura della nostra redattrice Ilaria Losapio, l’una cinematografica, sul divertente ed ironico ma non privo di note di riflessioni sul mondo, «Il Paradiso probabilmente» diretto dal regista palestinese Elia Suleiman, e l’altra, saggistica sullo studio analitico di alcune teorie morali, concordanti e discordanti tra loro, attorno al significato di “care” che il filosofo morale Francesco Paolo Adorno, docente  all’Università di Salerno approfondisce nel recente volume «Obblighi della cura», edito da Vita e Pensiero.

In questo numero di fine anno, tempo del Natale del Signore e di passaggio al nuovo anno 2020, tutto lo staff si unisce al Presidente del Centro Cattolico di Bioetica – Arcidiocesi di Torino il professore Giorgio Palestro nel porgervi i più sinceri auguri di buone feste natalizie da lui espressi in una Lettera che segue l’editoriale.

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