Editoriale
Cari lettori,
All’inizio dell’anno nuovo non si può non considerare la magnificente bellezza della vita che abbraccia l’intero creato e, in particolare la vita umana, il suo nascere. Incisivo è il richiamo del Santo Padre Giovanni Paolo II all’inviolabilità della vita umana sin dal concepimento nella Lettera enciclica Evangelium Vitae (1995), continuato, con altrettanto fervore, nel pontificato di Benedetto XVI.
In occasione dell’eminente 35a Giornata nazionale per la Vita che si celebrerà il 3 febbraio prossimo, Valeria Malcangi e Piergiacomo Oderda dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia ci guidano nella riflessione del messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la giornata celebrativa, che quest’anno avrà come tema Generare la vita, vincere la crisi.
Con la stimatissima professoressa Mariella Lombardi Ricci, bioeticista “sgreccina”, si entra nel vivo con la questione etica degli accertamenti diagnostici su embrioni concepiti in vitro, la cosiddetta Diagnosi pre-impianto, ripercorrendone i passi del progresso scientifico in tale settore dal 1970 ad oggi. Un modo, forse, anche per trarre nuovi spunti per “ri”costruire insieme una società futura migliore.
Quale è la voce della Chiesa sul dilemma fra il valore della tutela della vita del nascituro e il valore della tutela della vita della madre? Ne dà una risposta il teologo morale professore Giuseppe Zeppegno, partendo da un caso che ha destato l’attenzione mediatica qualche mese fa.
Del convegno sulla verità, declinata nei suoi diversi aspetti linguistico, medico-scientifico, filosofico e religioso, svoltosi a Torino lo scorso dicembre ha ripreso i fili la giornalista Rosa Revellino, mentre la docente di Storia dell’Arte Laura Mazzoli tratta del significato del corpo umano nella nostra società di “post-mortali”.
Una buona lettura.
Lo staff Bioetica News Torino
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