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5 Gennaio 2013
Speciale L'Inizio della vita

Notizie dall’Italia e dal mondo

1. Doha: la Conferenza Onu sui cambiamenti climatici delude le associazioni ambientaliste

7 dicembre 2012

Si è svolta a Doha, in Qatar, dal 26 novembre al 7 dicembre 2012, la diciottesima conferenza delle parti (Cop 18) della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) e l’ottava sessione della conferenza delle parti del Protocollo di Kyoto (Cmp 8), per discutere e analizzare i progressi dell’azione internazionale per combattere i cambiamenti climatici.

Secondo le principali associazioni ambientaliste la partita per limitare le emissioni inquinanti è stata praticamente persa a tavolino, visto che i rappresentanti dei 194 Paesi che hanno partecipato ai negoziati hanno sì rinnovato l’impegno al rinnovo del protocollo di Kyoto, in scadenza il 31 dicembre, ma di fatto non hanno raggiunto altri risultati.

D’altronde il protocollo di Kyoto è stato esteso fino al 2020, ma sono pochi i Paesi che hanno confermato la disponibilità a prendere accordi vincolanti: oltre l’80% dei partecipanti si è rifiutato di farlo. Tra i virtuosi c’è l’Unione Europea. Tra i cattivi Canada, Russia, Cina, Brasile, India.

Australia, Ue, Giappone, Liechtenstein, Principato di Monaco e Svizzera hanno dichiarato che non intendono rimettere in gioco eventuali crediti di emissioni di negoziazione in eccedenza nel secondo periodo di impegno del Protocollo di Kyoto. Dal canto loro, Germania, Regno Unito, Francia, Danimarca e Svezia hanno annunciato impegni finanziari concreti a Doha fino alla fine del 2015, per un totale di circa 6 miliardi di dollari.

Il segretario esecutivo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), Christiana Figueres, ha invitato gli Stati membri ad attuare rapidamente ciò che è stato concordato a Doha in modo che le temperature del pianeta possano rimanere al di sotto dei 2°C concordati a livello internazionale. «Doha è un altro passo nella giusta direzione, ma abbiamo ancora una lunga strada davanti. La porta per rimanere al di sotto di due gradi è socchiusa. La scienza lo dimostra, i dati lo dimostrano», ha detto Figueres.

Appena uno spiraglio, che ha lasciato con l’amaro in bocca i rappresentanti delle associazioni ambientaliste presenti in Qatar. A partire dal WWF, secondo cui alcuni Paesi sviluppati hanno addirittura fatto passi indietro rispetto ai loro impegni precedenti. Dice Mariagrazia Midulla, responsabile Clima Energia del WWF Italia: «La cartina di tornasole di questi negoziati erano: effettivi tagli delle emissioni; impegni finanziari concreti e reali contro il cambiamento climatico, e la base per un nuovo accordo globale sia ambizioso che equo entro il 2015. Invece abbiamo avuto un accordo vergognosamente debole, talmente lontano dalla scienza che dovrebbe sollevare questioni etiche in chi ne è responsabile. (…) Ma la speranza non è per nulla finita. Le comunità e le persone colpite dal cambiamento climatico vogliono sicurezza, disponibilità di cibo e acqua, energia pulita, si oppongono a progetti “sporchi” come il carbone a livello globale, e chiedono un cambiamento reale».

Dello stesso avviso Legambiente. «È tutta in salita la strada tracciata a Doha per la transizione verso un nuovo accordo globale da sottoscrivere entro il 2015 per essere poi operativo dal 2020, come già concordato a Durban lo scorso anno. I governi non sono stati in grado di mettere in campo quella volontà politica indispensabile per colmare con azioni concrete il preoccupante gap esistente tra gli impegni di riduzione assunti sino ad ora dai diversi Paesi e la riduzione di emissioni indispensabile entro il 2020 per rientrare nella traiettoria di riscaldamento del pianeta non superiore almeno ai 2°C».

«Un primo segnale forte», ha concluso Mauro Albrizio, responsabile Clima e politiche europee di Legambiente, «deve venire da una profonda revisione della Strategia energetica italiana che, invece di puntare decisamente alla riduzione del consumo e delle importazioni di fonti fossili, propone addirittura un rilancio della produzione di idrocarburi nazionali, individuando sia per l’efficienza energetica sia per le fonti rinnovabili strategie generiche e strumenti inadeguati a raggiungere gli obiettivi previsti. A questo si aggiungono i 9 miliardi di sussidi alle fonti fossili che ogni anno vengono elargiti a petrolio, carbone, gas e autotrasporto nel nostro Paese. Il ministro Clini si impegni concretamente affinché il governo italiano li cancelli e cambi subito strada sulla politica energetica del nostro Paese».

Ancora più duro il commento di Greenpeace, che tramite Kumi Naidoo, direttore esecutivo, ha inviato un appello ai politici: «Oggi chiediamo ai politici di Doha: di quale pianeta sei? Chiaramente non il pianeta dove la gente muore a causa di tempeste, inondazioni e siccità. Né il pianeta dove le energie rinnovabili sono in rapida crescita. L’incapacità dei governi di trovare un terreno comune di lotta contro una minaccia comune è inspiegabile e inaccettabile. Sembra che i governi stiano mettendo l’interesse nazionale a breve termine prima della sopravvivenza globale a lungo termine».

La prossima grande conferenza sul clima delle Nazioni Unite (Cop19) si svolgerà a Varsavia, in Polonia, alla fine del 2013.

(approfondimenti: http://www.cop18.qa/)

 

2. Presentata al Ministero della Salute la «Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011»

11 dicembre 2012

«Ridurre il numero di ospedali e di unità operative per realizzare contemporaneamente un’offerta assistenziale più qualificata e differenziata per intensità di cura, organizzata al proprio interno secondo modalità innovative e flessibili, più rispondente sia alle necessità dell’emergenza sia a quelle della riabilitazione e integrata in una rete di ospedali, dialoganti fra di loro, e con l’assistenza territoriale domiciliare e residenziale». Questo è uno degli obiettivi illustrati dal Ministro della Salute Renato Balduzzi in occasione della presentazione della «Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011», che si è tenuta a Roma, presso l’Auditorium del Ministero, l’11 dicembre 2012, in diretta web.

Il Ministro ha anche citato alcuni dati della Relazione che riguardano le prestazioni più conosciute: «Nel 2011 abbiamo avuto circa 10 milioni di ricoveri ospedalieri, oltre 770 milioni di prestazioni di specialistica ambulatoriale e di laboratorio analisi, oltre un miliardo di confezioni di farmaci di classe A distribuite. La spesa complessiva è stata di 112,9 miliardi di euro, con un valore medio pro-capite pari a 1.862 euro, e un incremento percentuale dell’1,4% rispetto al 2010».

«Nel settore della sicurezza alimentare, le attività ispettive condotte dalle Asl hanno realizzato il controllo su alimenti e bevande in quasi 360.000 unità operative, delle quali il 14,8% ha mostrato infrazioni. Circa la sicurezza nei luoghi di lavoro, stime INAIL registrano una riduzione degli infortuni sul lavoro del 6% rispetto all’anno precedente, e si deve fare qualcosa di più, Nel settore dei trapianti, il numero complessivo dei donatori di organi è stato nel 2011 di 1.319 persone, contro 1.301 dell’anno precedente (+1.4%); i donatori di cornee sono aumentati del 9% (oltre 7.300 donatori); per le cellule staminali emopoietiche il numero dei donatori iscritti al Registro Italiano ha superato i 400.000 (+3%)».

La presentazione della Relazione si è conclusa con un breve discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha evidenziato il forte cambiamento delle condizioni economiche e quindi le possibilità di spesa dell’Italia dal 1978, quando è stato concepito l’attuale sistema sanitario italiano. Sottolineando la bontà del sistema, il Presidente Napolitano ha rilevato che il «disegno del servizio sanitario nazionale è andato anche al di là del dettato dell’art. 32 della Costituzione, che prevede di “prestare cure gratuite agli indigenti”. Ma garantendo cure gratuite per tutti si è fatta “una scelta di civiltà” che deve essere salvaguardata».

Per questo motivo, ha aggiunto il Capo dello Stato, «la logica della spending review dovrebbe essere di modificare meccanismi e strutture che generano spesa abnorme e non sostenibile, provocando talvolta degenerazioni corruttive. Bisogna poi valutare seriamente i risparmi di spesa che discendono da queste modifiche “strutturali”».

«Ritengo», ha aggiunto il Presidente, «che la prospettiva debba essere quella di proseguire nel prossimo futuro secondo una selezione attenta degli interventi di riduzione e contenimento della spesa (…) senza nulla togliere ai diritti che abbiamo riconosciuto via via a tutti ma chiedendo ai cittadini di contribuire maggiormente in ragione della loro capacità effettiva di reddito».

(fonte: Ministero Salute)

 

3. Otto scienziati di fama nominati al Consiglio europeo della ricerca (Cer): tra loro l’italiana Barbara Ensoli

13 dicembre 2012

La Commissione europea ha nominato il 13 dicembre scorso otto nuovi membri del Consiglio scientifico, l’organo direttivo del Consiglio europeo della ricerca (Cer). Il mandato dei nuovi membri durerà fino alla fine del 2013, quando terminerà il Settimo programma quadro di ricerca.

I membri uscenti sono i professori: Claudio Bordignon, Mathias Dewatripont, Hans-Joachim Freund, Norbert Kroo, Maria Teresa Lago, Henrietta L. Moore, Christiane Nüsslein-Volhard e Jens Rostrup-Nielsen. I nuovi nominati sono: prof. Klaus BOCK, Fondazione nazionale danese per la ricerca; prof. Athene DONALD, Università di Cambridge; prof. Barbara ENSOLI, Istituto Superiore di Sanità; prof. Nuria Sebastian GALLES, Università di Pompeu Fabra; prof. Reinhard GENZEL, Istituto Max Planck per la fisica extraterrestre; prof. Matthias KLEINER, Fondazione tedesca per la ricerca; prof. Éva KONDOROSI, Accademia ungherese delle scienze; prof. Reinhilde VEUGELERS, Università cattolica di Leuven.

Il Consiglio scientifico del Cer è composto da 22 scienziati e accademici di alto livello ed è stato rinnovato parzialmente nel 2011. La presidente del Cer, Helga Nowotny, ha dichiarato: «Il rinnovo di un terzo dei componenti del Consiglio scientifico avviene in un momento cruciale mentre ci prepariamo alla transizione verso il programma “Horizon 2020”. Dobbiamo far fronte a una domanda in continua crescita, soprattutto da parte di giovani ricercatori di talento in tutta Europa, mentre il bilancio di cui potremo disporre in futuro è ancora molto incerto».

I nuovi membri sono stati selezionati da un comitato permanente indipendente del Cer, composto da sei scienziati e accademici di massimo livello, consultando anche la comunità scientifica. Tra i professori di nuova nomina figura la dottoressa Barbara Ensoli, laureata in Medicina e Chirurgia con specializzazione in Immunologia clinica e allergologia all’Università di Roma «La Sapienza». Ha trascorso 11 anni negli Stati Uniti presso l’Istituto nazionale per la ricerca sul cancro, individuando il ruolo della proteina Tat di HIV-1 nella patogenesi dell’HIV e nei tumori associati all’AIDS. Al momento si occupa di patogenesi dell’HIV e dello sviluppo di vaccini preventivi e terapeutici per l’HIV/AIDS, attualmente in fase clinica avanzata. Ha coordinato numerosi programmi di ricerca a livello internazionale e nazionale in Europa e nei Paesi in via di sviluppo. Tra questi, il programma finanziato dall’UE «AIDS Vaccine Integrated Project» (AVIP) e il programma per il sostegno al Ministero della sanità del Sudafrica nell’attuazione di un programma nazionale di lotta contro l’HIV e l’AIDS, promosso dal Ministero degli esteri italiano e attualmente in corso.

È membro del comitato consultivo per i vaccini dell’OMS-UNAIDS e dell’EMBO – European Molecular Biology Organisation. È vicepresidente della Commissione nazionale per la lotta contro l’ADIS del Ministero della Salute e membro del comitato di redazione della «Relazione sullo stato sanitario del Paese 2011» a cura del Ministero della Salute. Siede nei comitati di redazione di Lancet Oncology, PLoS ONE, The Open AIDS Journals, Tumor Viruses, Vaccine: Development and Therapy, Journal of Clinical & Cellular Immunology e Advances in Tumor Virology. È stata insignita di numerosi riconoscimenti scientifici a livello nazionale e internazionale e nel 2001 è stata nominata Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica. I risultati delle sue ricerche sono apparsi in oltre 300 pubblicazioni scientifiche.

(fonte: http://ec.europa.eu/italia)

 

4. Medicinali, confermato l’obbligo di indicare sulla ricetta il principio attivo

18 dicembre 2012 

Nel supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale n. 294 del 18 dicembre 2012 è stata pubblicata la legge di conversione del decreto-legge n. 179/2012, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese (legge 17 dicembre 2012, n. 221).

L’articolo 13, comma 1, del citato decreto-legge, introdotto dalla legge di conversione, sostituisce con un nuovo testo il comma 11-bis dell’articolo 15 del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, riguardante gli obblighi del medico che curi un paziente per la prima volta, per una patologia cronica, ovvero per un nuovo episodio di patologia non cronica, per il cui trattamento sono disponibili più medicinali equivalenti.

La nuova formulazione (che elimina possibili incertezze interpretative riferibili al testo originario) ribadisce che, nei casi sopra richiamati, è obbligatoria l’indicazione nella ricetta, da parte del medico, del principio attivo del medicinale. Resta confermato, dunque che, nei casi predetti, non è valida la ricetta del Ssn che risulti priva della indicazione del principio attivo.

Come già stabilito dal decreto-legge 95/2012, fermo restando l’obbligo di inserire l’indicazione del principio attivo, il medico ha facoltà di indicare nella ricetta anche la denominazione (di marca o generica) di uno specifico medicinale a base dello stesso principio attivo.

Resta confermato che l’indicazione dello specifico medicinale è vincolante per il farmacista nel caso in cui nella ricetta sia inserita, corredata obbligatoriamente da una sintetica motivazione, la clausola di non sostituibilità di cui all’articolo 11, comma 12, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n.1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n.27.

Infine, rendendo esplicito quanto già stabiliva la formulazione originaria della norma attraverso il rinvio alla disposizione contenuta nel decreto-legge sulla spending review, la nuova formulazione normativa precisa che l’indicazione di uno specifico farmaco «è vincolante per il farmacista anche quando il farmaco indicato abbia un prezzo pari a quello di rimborso, fatta comunque salva la diversa richiesta del cliente». Il farmacista, quindi, potrà consegnare al cliente un medicinale diverso da quello (con denominazione di marca o generica) eventualmente indicato dal medico, soltanto quando la sostituzione sia chiesta dal cliente medesimo. In tal caso, qualora il medicinale chiesto dal paziente abbia un prezzo superiore a quello di rimborso, il paziente è tenuto a corrispondere al farmacista la differenza fra i due prezzi, come stabilito dall’articolo 11, comma 9, del decreto-legge 31 maggio 2010, n.78, convertito con modificazioni dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.

(fonte: Ministero Salute)

 

5. Assistenza sanitaria alla popolazione straniera: sancito accordo Conferenza Stato-Regioni

20 dicembre 2012

Garantire una maggiore uniformità dei percorsi di accesso all’assistenza sanitaria per la popolazione straniera in Italia. È questo l’obiettivo dell’Accordo «Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane» sancito dalla Conferenza Stato-Regioni il 20 dicembre 2012.

Il Ministro Balduzzi spiega che l’Accordo va nella direzione dell’accoglienza di «chi arriva in Italia per cercare protezione da profugo o lavoro da immigrato e offrendo l’apporto di nuove risorse umane per il nostro sviluppo». A tal fine è stato necessario «raccogliere in un unico strumento operativo le disposizioni normative nazionali e regionali relative all’assistenza sanitaria agli immigrati, anche al fine di semplificare la corretta circolazione delle informazioni tra gli operatori sanitari, poiché sul territorio nazionale è stata riscontrata una difformità di risposta in tema di accesso alle cure da parte della popolazione immigrata che può essere in contrasto con l’art. 32 della Costituzione».

L’Accordo è la conclusione di un percorso avviato da oltre 4 anni sia con ricerche specifiche, come quella coordinata dalla Regione Marche e quella dell’Area sanitaria della Caritas di Roma, sia all’interno del Tavolo interregionale «Immigrati e servizi sanitari» presso la Commissione salute della Conferenza delle Regioni e Province Autonome.

Va ricordato che, a seguito della Legge costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001, «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione», le Regioni sono gli enti di programmazione cui spetta la competenza legislativa in termini di tutela della salute, ma compito dello Stato è garantire l’equità nell’attuazione di questo diritto sancito dalla Costituzione.

L’Accordo prevede tra l’altro l’iscrizione obbligatoria al SSN dei minori stranieri, anche in assenza del permesso di soggiorno, e il prolungamento del permesso di soggiorno fino al compimento del primo anno del bambino alle donne extracomunitarie in stato di gravidanza.

Il Ministero della Salute nel recente riparto dei fondi destinati agli obiettivi di Piano ha previsto una cifra vincolata di 30 milioni di euro per la tutela della salute degli stranieri extracomunitari privi di permesso di soggiorno. Secondo il Ministro Balduzzi «si tratta di iniziative che concretizzano l’art. 32 della Costituzione, perché nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un’ottica di equità e giustizia».

(fonte: Ministero Salute)

 

6. Eutanasia: Hollande pensa allo strappo

19 dicembre 2012

Un fermo «no» all’eutanasia e all’accanimento terapeutico, in nome del mantenimento dell’attuale quadro normativo francese. La Commissione di riflessione sulla fine della vita in Francia, diretta dal professor Didier Sicard, ha consegnato il 18 dicembre il suo atteso rapporto al presidente François Hollande, che aveva annunciato a luglio la costituzione del gruppo di esperti, nella scia di un’ambigua promessa elettorale: garantire a tutti «il diritto di morire nella dignità».

La Francia non ha bisogno di «un passo verso l’eutanasia», dato che per gli esperti della Commissione il problema sta altrove. Innanzitutto, nella relazione fra medici e pazienti, sottoposta a crescenti condizionamenti che la rendono sempre più impersonale. Inoltre, nella distanza abissale fra il clamore di certi dibattiti mediatici dal sapore molto ideologico e l’ignoranza diffusa, fra i pazienti ma pure nel corpo medico, della legge Leonetti, che nel 2005 aveva trovato un compromesso equilibrato e politicamente bipartisan, puntando in particolare sulle cure palliative. A questo nodo la Commissione Sicard dedica, non a caso, la propria raccomandazione più accorata: «Poiché è inaccettabile che la legge Leonetti non sia sempre applicata dopo sette anni d’esistenza, occorre uno sforzo di prim’ordine per l’appropriazione di questa legge da parte della società e dell’insieme dei medici e del personale curante, soprattutto con campagne regolari d’informazione e uno sforzo massiccio di formazione, per darle piena efficacia». Ma, a giudicare dalla prima reazione dell’Eliseo, non è detto che questa sarà la strada privilegiata.

Con un comunicato diffuso il 19 dicembre, quasi in contemporanea rispetto alla consegna del rapporto, la Presidenza ha annunciato che «un progetto di legge sarà presentato in Parlamento il prossimo giugno». L’esecutivo inoltre ha già previsto di chiedere il parere del Comitato consultivo d’etica su tre punti: 1. la raccolta di «direttive anticipate» individuali in vista d’ipotetici ricoveri ospedalieri, 2. le condizioni di un’ipotetica legalizzazione del suicidio assistito, 3. l’accompagnamento dignitoso del moribondo dopo un rifiuto dell’accanimento terapeutico.

Posizioni di grande prudenza, analoghe a quelle della Commissione Sicard, sono state espresse in tempi recenti anche dall’Accademia di Medicina, il cosiddetto “parlamento dei medici” d’Oltralpe.

(Fonte: Avvenire)

 

7. La musica fa guarire prima e lenisce i dolori

20 dicembre 2012

La musica è un piacere per il corpo, la mente e lo spirito. Ma può avere anche valenze terapeutiche, che si manifestano in modo evidente agendo sul sistema immunitario e il sistema nervoso simpatico (quello deputato al controllo delle funzioni corporee involontarie).

Che la musica possa avere una funzione curativa è emerso ancora di recente da una revisione scientifica sistematica condotta dai ricercatori del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School di Boston (Usa). Tra le tante azioni della musica sulla fisiologia umana, i ricercatori hanno scoperto che può ridurre i livelli circolanti del cortisolo (il noto “ormone dello stress”). Si ritiene che il cortisolo giochi un ruolo chiave nell’aumentare l’attività metabolica e nell’interferire in negativo con l’azione del sistema immunitario. Questo stesso ormone, quando squilibrato, è spesso associato a depressione e ansia.

L’azione del cortisolo è strettamente collegata con l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, detto anche asse HPA, che è in sostanza un complesso in grado di influenzare le reazioni allo stress, regolando tra gli altri i processi digestivi, l’umore e le emozioni, la sessualità, l’energia e il suo immagazzinamento o spesa e, infine, il già citato sistema immunitario.

Lo studio revisionale pubblicato su «Nutrition» ha inteso valutare gli effetti della musica in diverse situazioni cliniche. In alcune ricerche si è dimostrato che l’esposizione alla musica di pazienti operati chirurgicamente riduce in modo drastico i livelli di cortisolo, rinforzando la naturale capacità di guarire. Altri studi analizzati hanno evidenziato come l’ascolto della musica riduce l’incidenza dell’insufficienza cardiaca; è benefico per i neonati prematuri; stimola il sistema immunitario e le relative difese; promuove una migliore azione del sistema digestivo e, infine, riduce la percezione del dolore.

La musica può dunque divenire una sorta di medicamento o aiuto al benessere, agendo su diversi piani e in diversi modi. È comunque chiaro che non tutta la musica può avere questo genere di effetti: deve essere una melodia armoniosa. L’heavy metal non pare altrettanto indicata…

(Approfondimenti: http://www.harvardhealthcontent.com/69,N0711a)

 

8. Sigarette elettroniche con nicotina: cautela dell’Istituto Superiore di Sanità sui fattori di rischio

28 dicembre 2012

L’Istituto Superiore di Sanità ha consegnato al Ministero della Salute un aggiornamento scientifico in merito alla pericolosità delle sigarette elettroniche contenenti nicotina. Esso contiene una «valutazione del rischio» per la salute umana delle sigarette elettroniche che contengono nicotina, effettuata sulla base di un complesso algoritmo. L’ISS conclude che le sigarette elettroniche contenenti nicotina «presentano potenziali livelli di assunzione di nicotina per i quali non si possono escludere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i consumatori in giovane età».

La nota dell’ISS fa riferimento a quanto affermato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: «L’Oms ritiene che sebbene i produttori vendano gli ENDS (Electronic Nicotine Delivery System) come dispositivi efficaci che aiutano a smettere di fumare, ad oggi non esiste evidenza scientifica sufficiente a stabilirne la sicurezza d’uso e l’efficacia come metodo per la disassuefazione da fumo e andrebbero regolamentati come dispositivi medici o prodotti farmaceutici e non come prodotti da tabacco». Il Ministero della Salute segue da tempo l’evoluzione delle conoscenze sulla materia e ha emanato, nel febbraio 2010, prescrizioni per l’etichettatura di tutti i prodotti, in particolare relativamente alla concentrazione di nicotina, alla presenza dei simboli di tossicità e alla necessità di tenere tali prodotti lontano dai bambini.

Inoltre, il Ministro della Salute ha adottato l’ordinanza 4 agosto 2011, reiterata recentemente (il 28 settembre 2012) per sei mesi, che ne vieta la vendita ai minori di 16 anni. L’approfondimento all’ISS è stato chiesto in seguito a tale reiterazione. L’ISS avverte che «gli studi disponibili sull’efficacia delle sigarette elettroniche contenenti nicotina come prodotti per la disassuefazione al fumo non possono essere ritenuti conclusivi».

L’aggiornamento scientifico dell’ISS si basa su 37 studi scientifici mondiali sull’argomento, citati nella bibliografia allegata al documento.

(fonte: Ministero Salute)

 

9. Istat: l’Italia non si sposa più dal parroco, ma nemmeno in Municipio

30 dicembre 2012

In occasione dell’uscita dell’edizione 2012 dell’«Annuario statistico italiano», l’Istat ha reso noto che i matrimoni civili, al Nord, hanno superato quelli religiosi nella proporzione di 51,7 contro 48,3 ogni cento matrimoni. Risultato che “allinea” l’Italia agli altri Paesi dell’Europa continentale e del Nord.

Ma se le celebrazioni in chiesa vanno male, non stanno certo bene quelle in Municipio. Nell’Annuario 2012 si legge, infatti, che le unioni civili hanno perso in un anno oltre seimila unità, pari al 7,3 per cento del totale. Una perdita assai superiore a quella dei matrimoni religiosi, che sono scesi in percentuale del 4,6. Non basta. Dopo un lungo periodo di crescita ininterrotta, tra il 2008 e il 2010 (ultimo anno di disponibilità dei dati) i matrimoni civili sono arretrati di 11.100 unità e del 12,2 per cento.

Che al Nord i matrimoni civili abbiano superato quelli religiosi significa dunque assai poco, in questo quadro. La verità è che in Italia non ci si sposa più: né in chiesa né in Comune. Abbiamo un quoziente di nuzialità (matrimoni annui per mille abitanti) pari a 3,6: il più basso, assieme alla Spagna, di tutta l’Europa. Mentre in quel Nord Italia, dove i matrimoni civili hanno superato quelli religiosi il tasso scende praticamente al minimo mondiale, del 3 per mille, contro il 4,2 dell’Ue a 15 e il 4,7 dell’Ue a 27.

I tassi più alti si registrano in Finlandia, Danimarca, Svezia e Svizzera, dove superano abbondantemente quota cinque matrimoni annui per mille abitanti. Mentre nelle nostre due Regioni più ricche, la Lombardia e l’Emilia Romagna, il tasso di nuzialità scende addirittura sotto il tre per mille, pari alla metà esatta dei tassi dei Paesi scandinavi.

L’Italia è ormai un Paese senza coppie e di famiglie “minime”. E, in questa realtà, secondo alcuni analisti, proprio le famiglie esercitano una funzione frenante. In linea generale, infatti, le disponibilità economiche necessarie a mantenere i pochi figli pro-capite hanno dato un contributo notevole affinché si formasse una mentalità che vuole i figli fuori di casa soltanto quando le condizioni sono tutte favorevoli e i rischi praticamente nulli. Né si può sperare che, nelle condizioni di crisi attuale, si mettano in moto meccanismi tali da correggere una tale pratica.

(approfondimenti: http://www3.istat.it/dati/catalogo/20121218_00/)

 

10. Aggiornati i Livelli essenziali di assistenza: riconosciute la cura delle ludopatie e l’anestesia epidurale per le partorienti

31 dicembre 2012

Come preannunciato, il 31 dicembre 2012 il Ministero della Salute ha aggiornato i Livelli essenziali di assistenza. Il provvedimento è stato inviato per il concerto al Ministero dell’Economia e delle Finanze. Dovrà poi acquisire l’intesa della Conferenza Stato-Regioni, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti che si potranno esprimere anche a Camere sciolte.

Per il ministro Renato Balduzzi «si tratta di una risposta concreta a molte persone e a molte famiglie che soffrono. Anche nelle difficoltà economiche, il nostro Servizio Sanitario Nazionale si dimostra capace di dare risposte concrete». Il provvedimento, infatti, fa particolare riferimento alla disciplina di esenzione per le patologie croniche e rare e alle prestazioni di prevenzione e cura della ludopatia e all’epidurale.

Per la formulazione della proposta di aggiornamento è stata creata una rete di referenti regionali, anche al fine di valutare e tenere in debito conto l’esigenza di non creare disagi ai cittadini e di non rendere difficoltose le procedure amministrative. Per alcune patologie di particolare complessità sono stati creati specifici gruppi di lavoro, che hanno approfondito le problematiche relative alla malattia diabetica, alle malattie dell’apparato respiratorio, alle malattie reumatologiche, nefrologiche e gastroenterologiche.

Entrano nei Lea:

• 110 nuove malattie rare
• le broncopneumopatie croniche ostruttive (BPCO) al II stadio (moderato), III stadio (grave), e IV stadio (molto grave), comunemente conosciute come enfisema polmonare e broncopolmonite cronica
• le osteomieliti croniche, cioè malattie croniche infiammatorie delle ossa
• le patologie renali croniche (con valori di creatinina clearance stabilmente inferiori a 85 ml/min)
• il rene policistico autosomico dominante
• la sarcoidosi al II, III e IV stadio, cioè malattie che interessano più tessuti e organi con formazioni di granulomi e che comportano problemi polmonari, cutanei e oculari.

Nei Lea entrano anche la sindrome da talidomide e la ludopatia.

L’art. 5 del decreto legge 13 settembre 2012, n. 158, prevede l’inserimento nei Lea delle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione della ludopatia. In attuazione del dettato normativo, il provvedimento include esplicitamente le persone affette da questo tipo di dipendenza tra coloro cui sono rivolti i servizi territoriali per le dipendenze (SERT, Centri diurni, ecc.) già attivi nelle Asl, e modifica la definizione del sotto-livello di assistenza, attualmente riportata nel DPCM 29 novembre 2001 come «Attività riabilitativa sanitaria e sociosanitaria rivolta alle persone dipendenti da sostanze stupefacenti o psicotrope o da alcool», riformulandola come «Assistenza socio sanitaria alle persone con dipendenze patologiche o comportamenti di abuso di sostanze». Si afferma quindi il principio che le persone con ludopatia hanno diritto ad accedere al Ssn per ricevere le prestazioni di cui hanno bisogno, al pari dei soggetti con altre forme di dipendenze patologiche, senza che questo comporti ulteriori oneri dal momento che le Regioni non saranno tenute ad istituire servizi ad hoc.

Il provvedimento introduce anche misure per favorire l’appropriatezza dell’assistenza specialistica ambulatoriale e conseguire una riduzione degli oneri a carico del Ssn per tale livello di assistenza. In particolare le Regioni dovranno attivare programmi di verifica sistematica dell’appropriatezza prescrittiva ed erogativa dell’assistenza specialistica ambulatoriale, attraverso il controllo delle prestazioni prescritte ed erogate a pazienti con specifiche condizioni cliniche e, comunque, di almeno il 5% delle  prestazioni prescritte, effettuando cioè un controllo sulle ricette. Per favorire lo svolgimento dei controlli, si prevede l’obbligo del medico prescrittore di indicare nella ricetta il quesito o il sospetto diagnostico che motiva la prescrizione, pena la inutilizzabilità della ricetta stessa. Inoltre, si forniscono in un allegato, le “indicazioni prioritarie” per la prescrizione di prestazioni di diagnostica strumentale frequentemente prescritte per indicazioni inappropriate.

È prevista, infine, nei Lea una maggiore diffusione dell’analgesia epidurale: le Regioni dovranno individuare nel proprio territorio le strutture che effettuano tali procedure e sviluppare appositi programmi volti a diffondere l’utilizzo delle procedure stesse.

(fonte: Ministero Salute)

 

11. Create cellule staminali di “difesa” contro l’Aids e il cancro

3 gennaio 2013

Creare un esercito di cellule immunitarie su misura di paziente potrebbe un giorno rappresentare la soluzione per combattere malattie come cancro e Aids. Un risultato in questo senso è stato ottenuto riprogrammando linfociti “anziani” ed esausti di un paziente con Hiv e di uno con melanoma. Questi linfociti sono stati prima trasformati in cellule staminali e poi in nuove cellule immunitarie giovani e forti.

La ricerca dell’istituto Riken, in Giappone, è stata annunciata con due articoli sulla rivista «Cell Stem Cell». A lavorare a questo studio un gruppo di ricercatori diretti da Hiroshi Kawamoto, che hanno dato vita alle cellule immunitarie “personalizzate”. In pratica il primo passo è stato quello di prendere dal sangue dei pazienti “linfociti T killer”, un gruppo di cellule di difesa deputate ad uccidere cellule malate per proteggere l’organismo. Poi questi linfociti, vecchi ed esausti quindi poco efficaci nel loro lavoro, sono stati riprogrammati divenendo staminali pluripotenti. Infine l’ultimo passaggio è stato trasformare queste staminali in nuove cellule immunitarie killer giovani e forti.

Questo metodo permette di produrre in provetta quantità infinite di cellule di difesa su misura di paziente e, soprattutto, efficaci contro la malattia specifica del paziente, Aids o cancro che sia. Ora i ricercatori giapponesi puntano a testare sui pazienti le cellule così prodotte: «Siamo riusciti a raggiungere il nostro primo obiettivo e a creare nuove cellule immunitarie killer giovani e forti. A questo punto dovremo capire se queste cellule potranno uccidere i tumori, senza colpire le cellule sane dell’organismo», spiega Kawamoto. «In un futuro non troppo lontano queste cellule potranno essere iniettate nei pazienti come terapia».

(approfondimenti: http://www.riken.go.jp/engn/r-world/info/release/press/2013/130104/index.html)

 

12. Addio a Rita Levi Montalcini. Mons. Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze: «Una regina della scienza»

3 gennaio 2013

Giovedì 3 gennaio, al Cimitero monumentale di Torino, un lungo applauso di centinaia di persone ha accolto il feretro di Rita Levi Montalcini per un ultimo saluto. «Non mi aspettavo una partecipazione così grande», ha detto commossa la nipote della senatrice, Piera.

Rita Levi Montalcini fu per molti anni membro della Pontificia Accademia delle Scienze. Al microfono di «Radio Vaticana» il cancelliere dell’Accademia, mons. Marcelo Sánchez Sorondo, ne ha tracciato un ricordo. «Era veramente una donna straordinaria e ha sempre fatto parte del nostro gruppo di neuroscienziati più bravi», ha dichiarato Sorondo. «Veniva spesso all’Accademia, con grande fedeltà. Era sempre molto preoccupata di quanto la dignità umana fosse in declino, in particolare quella femminile. In ogni sessione plenaria portava un importante contributo. Era impressionante: non scriveva nulla, ricordava tutto a memoria e menzionava cifre una dietro l’altra».

La collaborazione della Montalcini con l’Accademia era di tipo scientifico ed era volta a «chiarire il problema della verità nel campo delle neuroscienze». Sorondo ha ricordato che la scienziata torinese aveva indagato i meccanismi alla base della plasticità del cervello e contribuì a chiarire che, sebbene molte funzioni cerebrali siano “localizzate”, cioè concentrate in zone caratteristiche e specifiche (è il caso di sensazioni, memoria, ragionamenti logici, emozioni…), «allo stesso tempo il cervello è così “plastico” che, se per un motivo o per un altro, ne manca una metà, con l’altra metà si può comunque lavorare. Uno dei nostri neuroscienziati ha pubblicato un libro in cui racconta come un suo studente, che ha solo metà del cervello, oggi è professore universitario».

Il professor Sorondo ha concluso che la Montalcini è stata un modello sia per la sua dedizione alla ricerca sia per l’impegno umanitario: «Per questo la nominarono senatrice a vita. Fu veramente una regina della scienza: la passione per la verità abbracciò tutta la sua vita. Per noi è una grande perdita».

(Fonte: http://it.radiovaticana.va

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