Gli scenari di desolazione e di solitudine impressi nella nostra memoria dalla recente pandemia stanno lasciando il posto al ritorno della normalità. Le relazioni sociali, la condivisione ed il confronto sono nuovamente parte del nostro mondo come dimostra la numerosa partecipazione alcune sere fa presso la Libreria San Paolo di Torino alla presentazione della terza edizione del Manuale di Bioetica pubblicato presso Effatà. L’incontro moderato dal Direttore Alberto Riccadonna, si è aperto con l’intervento di Enrico Larghero che ha spiegato il motivo per cui, con il co-curatore Giuseppe Zeppegno, ha scelto di cimentarsi in una nuova edizione del manuale. Il motivo va ricercato nelle caratteristiche proprie della bioetica. È una disciplina in continuo divenire e per questo motivo ha bisogno di continui aggiornamenti. Il lavoro – ha aggiunto – ha coinvolto un centinaio di autori che si sono distinti in Italia in questi ultimi anni per le loro ricerche e le loro competenze nei diversi settori della bioetica. Come nelle precedenti edizioni, la maggior parte dei temi è stato considerato da due punti di vista per cui alle trattazioni di carattere scientifico sono state affiancate riflessioni filosofiche, teologiche ed etiche. È lo stile che dal suo nascere il Master ha scelto nella convinzione che, solo unendo al dato empirico, il rimando al dato antropologico e/o cosmologico, si possono indicare le linee etiche più pertinenti.
L’interdisciplinarietà è infatti un caposaldo irrinunciabile della bioetica. È altrettanto determinante il dialogo pacato e fruttuoso tra i vari orientamenti teorici. Per questo motivo, tra gli estensori dei capitoli, accanto ad un nutrito numero di esperti di matrice cattolica, sono stati proposti i contributi di bioeticisti laici che hanno volentieri accettato di essere coinvolti nel progetto. è poi intervenuto Zeppegno che, stimolato dalla domanda del Moderatore, ha rilevato l’importanza di offrire, non solo agli addetti ai lavori, ma al vasto pubblico le riflessioni bioetiche perché è interesse di ogni uomo cooperare al benessere degli individui e all’equilibrio dell’intero ecosistema. È un servizio doveroso da compiere per il presente e per le generazioni future. L’intervento di Carlo Casalone della Pontificia Accademia per la Vita e docente di Teologia Morale alla Pontificia Università Gregoriana, si è concentrato sull’esame del terzo volume. È il più innovativo perché aggiunge ai dati di carattere fondativo (presenti nel primo volume) e a quelli della bioetica medica (trattati nel secondo volume) le nuove questioni che interpellano la disciplina e che evidenziano che il recupero di quel respiro globale che ha caratterizzato i momenti dell’origine della bioetica non è facoltativo, ma indispensabile perché essa possa mantenere un’effettiva rilevanza. È un compito a cui è semplicemente impossibile sottrarsi. In questo contesto – continua Casalone – diventa sempre più importante forgiare strumenti concettuali e riflessivi che consentano di praticare un dialogo sia tra i diversi saperi necessari per affrontare le tematiche complesse che sono all’ordine del giorno sia tra le differenti culture e tradizioni religiose che il nostro mondo mette a contatto sempre più stretto. La Storia della Chiesa – ricorda infatti Papa Francesco – è luogo di incontro e di confronto in cui si sviluppa il dialogo tra Dio e l’umanità.
© Bioetica News Torino, Maggio 2024 - Riproduzione Vietata