[… ] vita è l’amore/per cui sol vale la pena vivere/ e coi sensi e le emozioni/ rispondere.
Citiamo questi versi della poesia L’amore di Luciano Intilla (Oltrevedere, ed. Albatros, Roma 2012) per connettermi idealmente a quanto scrive Maurizio Soldini in Il linguaggio letterario della bioetica (Libreria Editrice Vaticana 2012): «La poesia nasce e si forgia nella creatività legata all’immaginazione e alla fantasia e si crogiola di simboli, di analogie, di allegorie, soprattutto di metafore, di correlati oggettivi e li innesta in una chiave di canto che modula su altezze di senso».
La categoria del dono ci offre la possibilità di presentare brevemente le attività dell’ufficio famiglia diocesano. Il sacramento del matrimonio celebra il donarsi fra gli sposi, individuando nell’altro un concreto cammino verso la santità. Un itinerario di preparazione al matrimonio, sulla scorta dei nuovi «Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia» che presenteremo in diocesi il 20 gennaio, non potrà che essere un declinare il dono nelle sue diverse dimensioni, dal dialogo di coppia al dialogo con l’Altro.
Il cristianesimo è essenzialmente incontro con una Persona, questa è la prospettiva di cammini di nuova evangelizzazione. «La fede cristiana è un incontro reale, una relazione con Gesù Cristo. Trasmettere la fede significa creare in ogni luogo e in ogni tempo le condizioni perché questo incontro tra gli uomini e Gesù Cristo avvenga» (Sinodo dei vescovi, XIII assemblea ordinaria. La nuova evangelizzazione per la trasmissione della Fede Cristiana. Instrumentum laboris, Lev, 2012).
Andando a ritroso, si arriva alla preparazione remota, è il primo pulsante di una applicazione informatica ma ancor più educativa che condividiamo con l’ufficio per la pastorale giovanile, l’affettività. Educare il desiderio è il titolo di un volumetto scritto recentemente don Domenico Cravero (Ed. Messaggero 2012) e il mio sguardo scorre fra le mie classi di un istituto professionale, tra video di canzoni che parlano di amore sognato e tradito, fotogrammi di film che celano, dietro la patina holliwoodiana, timori e tremori di fronte alla delicatezza dell’amore.
Una camminata nelle Langhe, fra sentieri tortuosi e vigneti secolari, può rappresentare una metafora dei cammini dei gruppi famiglia, di un matrimonio che va rivissuto come una mistagogia giorno per giorno. Alcune coppie per un periodo più o meno lungo si prestano a fare da guida, per sostenere il cammino e rincuorare (qui l’amore entra nell’etimo della parola). Ci sono solidarietà da costruire, reti territoriali da rinforzare, la nostra missione precipua è quella di essere operatori di comunione.
Saper donare, sa perdonare… non è un mero gioco linguistico. «Il perdono che si domanda e si accoglie è considerato il più grande dono (“per-dono”)», così in un recente ritiro spirituale per accompagnare in questo anno della fede i separati e le coppie ricostituite. Le difficoltà, le sofferenze che incrinano il cammino di una famiglia, il grido del popolo che Jahvé non si stanca di ascoltare per mandare lo spirito consolatore. Si profila un cammino, la pazienza di riavvolgere il nastro della propria storia, la ricerca di una dimensione di amore che si ispiri all’amore donatoci da Gesù. «Questo mistero è grande: io lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa!» (Ef 5,32).
Non mancano nuove prospettive, la trasparenza dei vetri dei nostri uffici lascia trapelare il peso delle sofferenze e la leggerezza delle gioie del territorio. Stiamo contattando le diverse unità pastorali per connetterci alle parrocchie, ai movimenti nello spirito di un incontro svoltosi, guarda caso, ad Assisi nel novembre scorso, tra responsabili degli uffici famiglia di tutta Italia, per costruire progetti di pastorale insieme ai movimenti, sforzandoci di utilizzare un alfabeto il più possibile condiviso.
Non esitate a contattarci, sul sito della diocesi troverete proposte di iniziative con le date in cui si svolgeranno. Nella logica dell’importanza del viaggio, del processo più che della destinazione consigliamo di far tesoro degli eventi e di utilizzarli magari per prepararli nei gruppi familiari, nelle équipe pastorali.
L’incontro del 20 gennaio, destinato agli operatori dei corsi prematrimoniali, è stato pensato dall’arcivescovo Cesare Nosiglia come un laboratorio dove gli operatori dei corsi si possano conoscere e confrontare per “rinfrescare” (G. Coha) i cammini che proponiamo.
A livello regionale, come uffici per la pastorale della famiglia e dei giovani ci confronteremo, ancora sull’affettività, perché «genitori ed educatori sono chiamati a fare rete, proponendo un’educazione alla corporeità e alla sessualità che sia franca, diretta e integrale, evitando rischiose forme di delega» (Orientamenti pastorali cit., n.6).
Ci aiuterà la dott.ssa Raffaella Iafrate che ad Ancona 2006 utilizzava queste parole: «È questo fascino del divino che traspare dall’amore umano ciò di cui ha fame e sete l’uomo contemporaneo».
© Bioetica News Torino, Dicembre 2012 - Riproduzione Vietata