Di «Priorità educativa per la formazione universitaria delle professioni sanitarie infermieristiche» si è parlato ad un convegno nazionale, organizzato dall’Acos, svoltosi a Padova dal 19 al 20 ottobre scorso.
Il convegno è stato anche occasione per la conclusione dell’anno sociale 2012 dedicato al tema della «Formazione dell’operatore sanitario: una sfida a servizio della persona malata», per interrogarsi su come oggi sia possibile mettersi a servizio della persona malata in un quadro certamente non privo di problemi come i continui tagli al bilancio statale ma anche quelli che stanno derivando dalla riforma universitaria.
Al convegno nazionale di Padova si è così posta in particolar modo l’attenzione alle problematiche etiche che coinvolgono la figura dell’infermiere, per ribadire l’impegno al servizio della persona malata e sfuggire alla visione tecnicistica della medicina.
Si è aperta la prima giornata dei lavori con la relazione del professore Antonio Spagnolo, direttore dell’Istituto di Bioetica dell’Università Cattolica del «Sacro Cuore» di Roma, al quale sono susseguiti, nelle due giornate, fra i numerosi interventi quello della dottoressa Annalisa Silvestro, presidente nazionale Ipasvi (Federazione nazionale collegi infermieri) e di don Francesco Coluccia, consulente ecclesiastico nazionale Acos (per relazioni del convegno si veda il sito www.acos-nazionale.it).
Il dottor Mario Morello, presidente nazionale Acos, nella mattinata di sabato 20 ottobre ha presentato i risultati del questionario – il primo in questo campo – che l’Acos ha inviato ai presidenti di Consiglio del corso di laurea in Infermieristica delle università italiane al fine di comprendere cosa stia cambiando riguardo all’insegnamento dell’etica e quali siano oggi i requisiti richiesti ai docenti.
Il presidente Morello ha sottolineato che a causa dell’autonomia degli atenei la formazione etica non è omogenea in tutte le università e che con l’ultimo decreto ministeriale l’etica ha perso una sua collocazione ben definita nei programmi di studio ed è oggi affrontata in un contesto più ampio che tocca molti altri argomenti, quali la deontologia e la medicina legale. Poiché si è in una fase di applicazione della riforma DM 270/2004 tramite il convegno si è voluto cogliere l’opportunità di riflettere ancora su questo tema per comprendere quali orizzonti di senso e quali sfide siano oggi di fronte alla nostra professione.
L’Acos nella sua storia ha sempre fatto della formazione degli operatori il suo impegno prioritario. Oggi la grande sfida è tornare a guardare alla persona nella sua interezza di corpo, psiche e spirito, sapendo che la cura della malattia è solo un piccolo tassello nell’assistenza globale.
La vera sfida per una vera salute passa per la consapevolezza che anche noi operatori sanitari siamo prima d’ogni altra cosa persone, chiamati ad assistere altre persone temporaneamente malate.
Se continuiamo a pensarci semplicemente come infermieri o medici che approfondiscono solo le proprie competenze scientifiche attraverso l’analisi dei casi clinici senza rapportarli con l‘aspetto etico avremmo smarrito la strada e il senso più profondo della nostra missione di testimoni.
© Bioetica News Torino, Dicembre 2012 - Riproduzione Vietata