Il filosofo Paul B. Preciado nell’articolo Le lezioni del virus (trad. Lo Porto T.), pubblicato nella rivista Internazionale (www. internazionale.it, 9 maggio 2020), si concentra sulla relazione tra le politiche sovraniste e nazionalistiche perseguite da molti Paesi e le epidemie (insorgenza, distribuzione geografica, gravità in termini di carico di malattia e sofferenza). Nel passaggio che ha ispirato la mia riflessione l’Autore sottolinea il parallelismo tra sofferenza psichica e psicofisica dei cittadini a seguito di provvedimenti restrittivi di diritti e libertà individuali (es. l’isolamento domiciliare) decisi in funzione anti-epidemica dai governi e la sofferenza di migranti che vengono confinati in centri di isolamento loro dedicati. Questi ultimi, in lunga e spesso vana attesa di un riconoscimento dei loro diritti, vivono un’esperienza di privazione e incertezza simile (se non peggiore) a quella dei cittadini che oggi sono minacciati da una insidiosa particella biologica. Probabilmente l’insidia più temuta dai migranti è quella persistente dell’egoismo e dell’indifferenza che avvelenano le nostre società verso la loro sorte.
© Bioetica News Torino, Maggio 2020 - Riproduzione Vietata