Questo aeroporto non è brutto visto dall’alto. Si pensa che la natura vinca sempre, ma non è così.
In fondo fanno queste case schifose con le finestre d’alluminio, i muri di mattone vivo…Tutto fa parte del paesaggio.
C’è! Non ci vuole niente a distruggere la bellezza. Allora, invece della lotta politica, la coscienza di classe,
tutte queste manifestazioni e fesserie, bisognerebbe aiutare le persone a riconoscere e difendere la bellezza.
Da questa discende tutto il resto.
Dal film I cento passi di Marco Tullio Giordana
Il discorso sulla bellezza pronunciato da Peppino Impastato, ucciso dalla mafia a Cinisi il 9 maggio del 1978, riportato nel toccante film I cento passi, è stato determinante nella scelta del tema di bioetica da approfondire quest’anno nell’ormai tradizionale e consolidato corso di aggiornamento proposto ai docenti di Religione Cattolica della Diocesi torinese.
Oggi più che mai occorre educare i giovani alla bellezza, e in generale a saper cogliere la bellezza della vita, a fronte del fatto che essi sono inseriti in una società complessa nella quale soprattutto gli eventi degli ultimi anni (la pandemia, le guerre…) hanno offerto assai spesso immagini di morte, dolore e violenza.
E la Bioetica in tutto ciò dove si pone? Può essere a servizio della bellezza una nuova scienza che si occupa di problemi morali scaturenti da questioni di ordine biomedico? Certamente sì. Pensiamo alla Bioarte o Arte Biotech, di cui si sta molto parlando ultimamente. In essa sono unite Arte e Scienza ed è una forma artistica che va ad utilizzare materiale biologico, quali geni lavorati in laboratorio e organismi transgenici.
La Bioarte vuole denunciare come l’attuale progresso tecno-scientifico e biotecnologico sia dominante sull’uomo, spingendosi fino a limiti estremi nel creare curiosità e shock nel pubblico. L’artista “gioca” con la biologia, la sconvolge, la disfa e ricrea diversamente dalla sua naturale forma. Tutto ciò diventa, chiaramente, oggetto di riflessione etica. Ma questo è solo un esempio di come la Bioetica possa occuparsi di Arte.
In generale, si può fare un discorso etico ponendo in stretta relazione l’estetica con l’etica, in un percorso di riscoperta della bellezza, dei valori essenziali della vita che aprono il cuore umano a nuovi orizzonti. Ecco, quindi, che il Corso di aggiornamento appena concluso con grande successo a livello partecipativo (ben 112 iscritti), ha desiderato dar voce alle esperienze dei giovani di oggi sul significato e l’importanza di vivere le diverse forme di Arte quali strumento privilegiato di bellezza e di riflessione sul senso della vita.
Tramite un’attenta analisi sociologica sono state evidenziate le modalità con le quali il mondo giovanile usufruisce e vive alcune forme artistiche (teatro, cinema, pittura, musica, letteratura…), significative componenti di un mondo esperienziale fatto di molteplici linguaggi.
Bioetica e (ri)scoperta dei sensi nelle espressioni artistiche
L’Arte è via e strumento di riscoperta del bello e della straordinarietà della vita; aiuta i giovani a valorizzare il loro vissuto in un’alchimia che rompe il quotidiano, divenendo spazio reale del sogno della vita donando loro creatività, vitalità, apertura alla ricerca di senso, di lettura della partitura della vita e del sacro. Il “fare” artistico ha il compito di aprirsi al bene tendendo alla formazione integrale della persona: l’arte e l’etica sono due mondi autonomi, che però non possono ignorarsi. Attraverso la via della bellezza l’arte rivela l’intimità della storia, disegna l’imago di un’epoca, prelude il futuro di una civiltà, dona felicità all’animo, indica il sommo bene.
Durante il Corso i docenti relatori hanno suggerito alcuni percorsi formativi e didattici per sollecitare e sviluppare nei giovani il desiderio di bellezza ― termine variamente riferito all’universo estetico, etico, religioso – e di nobili valori, consapevoli che ogni forma di Arte può contribuire in maniera unica e originale ad elevare quegli spiriti liberi e creatori che sanno guardare con speranza al futuro.
Il problema dei giovani di oggi è forse quello di essere sempre più relegati nel ruolo di consumatori piuttosto che in quello di attori e produttori della propria esistenza, inoltre si corre spesso il rischio di cadere in un edonismo utilitarista, in cui l’arte è asservita a sistemi di consenso, al mercato e alle ideologie.
Il Corso è stato così articolato: nel primo incontro del 4 marzo 2022: Desiderio di autenticità e ricerca creativa nei giovani: problema educativo nella società tardo-moderna― Relatore: Prof. R. Scalon, professore associato Sociologia dei processi culturali comunicativi, Università degli Studi Torino; Etica ed estetica: le modalità dell’esperienza estetica e del processo creativo – Relatore: Prof. Matteo Bergamaschi, filosofo, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, sezione di Torino.
Nel secondo incontro del 18 marzo 2022: Bioetica e Teatro. L’Arte teatrale e la cura del vivente – Relatore: il regista e attore Maximilian Nisi.
Nel terzo incontro del 25 marzo 2022: Bioetica e Arti figurative. Educazione ai valori: con l’aarte sui passi della pace e della cura – Relatrice: Prof. ssa Laura Mazzoli, storica, docente di Storia dell’Arte.
Nel quarto incontro dell’ 8 aprile 2022: Bioetica e Cinema. Dal grande schermo alla musica: il mondo musicale dei giovani – Relatore: Prof. Paolo Marino Cattorini, former Professor of Clinical Bioethics, State Univ. Insubria, Varese, e counselor filosofico.
Desidero concludere con l’augurio di una ripresa e di un approfondimento delle tematiche affrontate quest’anno anche in un futuro corso di aggiornamento, perché abbiamo tanto bisogno di sentire parlare di bellezza.
Ricordando con un pizzico di nostalgia gli studi liceali, agli studenti viene insegnato come nella cultura classica greca il bello non fosse mai disgiunto dal buono e che il grande filosofo Platone affermava che la potenza del bene si è rifugiata nella natura del bello.
© Bioetica News Torino, Giugno 2022 - Riproduzione Vietata