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79 Maggio - Giugno 2021
Speciale Giovani e sport Dalla cura del corpo alla sua esaltazione

Lo sport tra valori e rischi: linee di etica sportiva

Il contributo della pratica sportiva nell’individuo e nella società

L’etica dello sport consiste nell’impegno di tutelare e promuovere i valori dello sport, combattendone i rischi e le degenerazioni. Di conseguenza occorre prendere coscienza sia dei valori che dei rischi dello sport, come preliminare indispensabile ad un discorso di rapporto tra sport ed etica, a cui si aggiunge una nota circa il rapporto tra Chiesa e sport.

Parlando dei valori dello sport, in estrema sintesi si può dire che poche altre attività umane possono vantare una ricchezza di contenuti come quella sportiva: creatività, coraggio, solidarietà, entusiasmo, forza, lealtà, rispetto delle regole e degli altri, attività sociale, lavoro di gruppo, collaborazione, ricerca di qualità, festa, amicizia, gioia di vivere… Un’attività sportiva entro giusti limiti, e mantenuta al suo posto in una corretta scala di valori, è insomma ricca di vantaggi personali e sociali. Lo sport custodisce in sé condizioni assolutamente inedite di libertà, di gratuità, di solidarietà, di accoglienza, di condivisione, capaci di rendere migliore la vita delle singole persone, fino a generare un’effettiva e feconda trasformazione sociale in grado di rendere più lieve e apprezzabile il vivere1.

Quali rischi si incorrono?

Venendo a parlare dei rischi dello sport, bisogna ammettere che nello sport sono evidenti e diffuse non poche forme di devianza che ne mortificano potenzialità e valore simbolico. Doping farmacologico, doping finanziario, frodi sportive, scommesse clandestine, sponsorizzazioni non trasparenti, discriminazioni sociali e razziali, sfruttamento economico senza scrupoli, sperimentazioni anche a danno della salute, valorizzazioni economiche di pochi sportivi professionisti che mortificano lo sport per tutti (oltre che offendere ogni senso di giustizia sociale) tendono ad appannare la bellezza, l’efficacia educativa, la genuinità dello sport. Di fatto rappresentano “scorciatoie”, imboccate nella ricerca del risultato a qualsiasi costo, che rendono brutta e sterile la vittoria, ottenuta barando sulle regole e ingannando gli altri2. Possiamo perciò parlare di rischi legati all’attività sportiva stessa, di rischi legati al mondo che ruota attorno allo sport.

Per quanto riguarda i rischi legati all’attività sportiva stessa va tenuto presente che se in ogni altra attività umana un certo margine di pericolo è ineliminabile, questo si verifica ancora di più nelle attività sportive, almeno in molte di esse; lo spingere, infatti, fino ai limiti massimi lo sforzo fisico, la velocità dei  movimenti… è di per sé uscire dalla zona di tranquilla sicurezza e portarsi più vicino ai pericoli di lesioni, anche mortali.

Parlando dei rischi collegati al mondo che ruota attorno allo sport, bisogna ammettere che lo sport è pieno di problemi e va coltivando in sé pericolose e incontenibili tendenze che ne inquinano il valore: l’insofferenza di ogni disciplina e di ogni regola; il rifiuto egoistico di un giudizio obiettivo che sia contrario ai propri desideri; la volontà di averla vinta ad ogni costo e con poca fatica; la vanità che si nutre di apparenze, più che di meriti sostanziali; il pervasivo e prepotente condizionamento di forti interessi economici.

I valori etici nello sport

Parlando di etica sportiva, in modo molto sintetico si potrebbe dire che suo compito è quello di impegnarsi a portare a livello di coscienza lo spessore umano e spirituale che lo sport contiene e favorirne la realizzazione, per liberarlo così anche dai rischi che corre. Si può perciò formulare questo principio etico di fondo: le attività sportive hanno valore nella misura in cui costituiscono un mezzo a servizio della crescita della persona nelle sue varie dimensioni e dello sviluppo di rapporti più umani nella società.

Esplicitando una tra le tante implicazioni contenute in questo principio, si può conseguentemente affermare che costituisce disordine morale ogni attività sportiva che voglia essere fine a sé stessa, oppure che sia a servizio esclusivamente dell’ambizione personale o di lauti profitti economici o comunque in contrasto con gli autentici valori umani.
Lo sport non è dunque fine a se stesso, ma va correttamente rapportato a una scala di valori quali il primato di Dio, il rispetto della persona e della vita, l’attenzione alle esigenze familiari, la promozione della solidarietà. In caso di conflitto, verità e probità, amore, giustizia ed equità, integrità morale, doverosa cura della vita e della salute, della famiglia e della professione, del buon nome e del vero onore, non devono essere subordinati all’attività sportiva.

Il Magistero della Chiesa cattolica

La Chiesa, “esperta in umanità”, consapevole che per i credenti «nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore» (Gaudium et spes, 1), da parte sua guarda con grande attenzione e simpatia all’esperienza e alla pratica sportiva, come una esperienza ricca di valori.

Lo sviluppo più strutturato e attento di un “pensiero” sportivo della Chiesa, si registra soprattutto con i papi dal Novecento ad oggi. Dello sport si avvertono i benefici fisici, psicologici e spirituali, ma, nel contempo, non si trascura di sottolinearne i rischi e le potenziali distorsioni rispetto ai fondamenti morali e ai riferimenti etici di cui l’esperienza sportivo-atletica è custode.

Con il Concilio Vaticano II, in particolare, si giunse a riconoscere che «le attività sportive giovano a mantenere l’equilibrio dello spirito anche nella comunità e offrono un aiuto per stabilire fraterne relazioni fra gli uomini di tutte le condizioni, nazioni o stirpi» (Gaudium et spes, 61). Di conseguenza la Chiesa ammira, approva, incoraggia lo sport nelle sue varie forme.

Giovanni Paolo II, richiamando la centralità della persona, unità di corpo e di spirito, sottolinea come «l’attività atletica può essere d’aiuto a ogni uomo e donna per ricordare quel momento in cui Dio Creatore ha dato origine alla persona umana, il capolavoro della sua opera creativa».

Lo sport, secondo papa Francesco favorisce in modo incredibile «crescita della persona, nell’armonia di corpo e crescita sociale, nella solidarietà lealtà e nel rispetto […]. Il vero sport favorisce la costruzione di un mondo più fraterno e solidale, contribuendo al superamento di situazioni di ingiustizia e di disagio umano e sociale»3.

Note

1 G. BERTIN, Sport, in P. BENANTI, F. COMPAGNONI, A. FUMAGALLI, G. PIANA (a cura di),  Teologia morale. Dizionario San Paolo, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi)  2019, pp. 1008-1013, cit. p. 1011

2 IBIDEM, p. 1011

3 G. BERTIN, op. cit., 1009-1010

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