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79 Maggio - Giugno 2021
Speciale Giovani e sport Dalla cura del corpo alla sua esaltazione

Un pallone per crescere

Subito dopo le guerre civili [Augusto]
rinunciò agli esercizi militari dell’equitazione e delle armi
e inizialmente si diede al gioco di palla e pallone

SVETONIO, L. 2 Augustus, 83



Il gioco della palla per Augusto è attività del tempo di pace, così riferisce lo storico Svetonio. Nelle Vite dei Cesari egli narra come Augusto, conclusa la guerra civile, avesse scelto di abbandonare violente esercitazioni militari per iniziare a dedicarsi a questo gioco. Di lì a poco, Galeno, medico del II d. C. lo consigliava ritenendolo idoneo allo sviluppo del corpo, all’intelligenza della mente e praticabile da tutti senza distinzioni sociali.

Lo sport, benessere per l’individuo, una eredità dalla sapienza ellenica

Lo sport come cultura del corpo e dello spirito è componente che affiora dal mondo greco e declina l’esercizio del corpo e delle virtù morali.  L’interpretazione idealizzata dell’azione fisica nella ricerca scultorea di Mirone, e nelle innumerevoli copie romane del discobolo, è studio del movimento del corpo e relazione con lo spazio. Rappresentazione privata dalla fatica e dalla pulsione dello sforzo, archetipo della fisicità dell’atleta nell’astrazione della tensione muscolare, senza concessioni alla contingenza del reale. L’attimo prima del lancio, l’attesa dell’esplosione dell’energia, reso nella fissità geometrica della testa che non tradisce emozione, e crea equilibrio.

Ci interroga oggi sul senso della cultura del corpo e sul più ampio significato di cura, sul culto della pratica sportiva e sulla ricerca dello stato di benessere che passa anche attraverso l’esercizio fisico e sportivo e coinvolge le relazioni e lo spirito. La capacità di formare e modellare il mondo interiore la leggiamo anche nell’atto dello sporcarsi, di sudare, di fronteggiarsi con l’altro, attraverso lo sforzo e la fatica.

Energia ritratta dall’arte

Lo sport è azione ed è energia del corpo, una sensazione dinamica che Umberto Boccioni ha mostrato, dipingendo in Dinamismo di un footballer il moto del calciatore nel rapporto con lo spazio ambiente1. Linee, geometrie e colori ritraggono il corpo in azione, in movimento.

Se idealità ed energia parlano della natura e dell’essenza dello sport e delle loro contraddizioni, lo stile di vita e la relazione con gli altri richiamano il lato valoriale dell’attività sportiva e la sua misura in rapporto alle dissonanze legate al doping, alla slealtà della competizione, alla esacerbazione dell’agonismo e alla mediatica costruzione di identità vincenti e pagate. Salute e benessere richiamano il senso delle rappresentazioni del corpo, l’immagine e la fisicità, l’idea del suo potenziamento e interrogano su idoneità e prestanza, efficienza e disabilità. 

Il calcio: divertimento, passione, riscatto, arrivismo, identità vincenti e storie ai margini

Palleggiare, calciare, correre con la palla è divertimento, competizione, sfida. Il gioco si misura con le regole, che codificano i comportamenti, danno forma alla necessità del rispetto e del fair play e al contempo trasformano il passatempo ludico, il gioco, in sport e di lì in professionismo. Nel tempo, differenziandosi e affinandosi in discipline, le attività con la palla hanno rivelato una natura molteplice. Tra queste il calcio.  È il gioco che oggi si esprime nelle classifiche delle squadre mondiali, di incassi, professionismo e carriera, così come in senso contrario corre con le sue regole nei campetti popolari, declinandosi in una antinomia di narrazioni e significati.

Come narra Galeano, scrittore uruguaiano, vive nel calcio l’arte dell’imprevisto «per quanto i tecnocrati lo programmino perfino nei minimi dettagli, per quanto i potenti lo manipolino».2 Nel Sudamerica delle disparità e delle dittature il pallone è gioco ed utopia, riscatto, opposizione. Rappresenta lo sport dei ragazzi in strada in tante parti del mondo, in cui si manifesta l’essenza di quella scuola particolarissima di conoscenza dell’altro, del diverso da noi, attraverso una lingua e regole che si creano insieme nel fare comune.  

Passione per il football che contraddistingue anche Pasolini, il quale ne scorge un sistema di segni, un linguaggio. Gioco ai margini, nelle periferie delle città osservate e narrate, tra noia e straniamento, sfida e voglia di riscatto, impastati di impossibilità di pensarsi al futuro.

Cercò di fare una finezza colpendo il pallone di tacco, ma fece un liscio, e il pallone rotolò lontano verso il Riccetto e gli altri che se ne stavano sbragati sull’erba zozza. Agnolo il roscetto si alzò e senza fretta rilanciò il pallone verso i giovanotti (P.P. Pasolini)3

Un pallone nelle città, arte e rigenerazione urbana

Giocare a pallone su uno spiazzo verde, su uno squarcio libero di città, tra asfalto e terra, rappresenta un momento di aggregazione, di misura di sé e confronto con gli altri. È gioco spontaneo e imprevisto, che si crea e si disfa tra ragazzi. Regole che si fanno e si modellano tra la polvere, la terra e i ciuffi d’erba, tra giocatori in numero variabile e nella variabilità di ruoli. Uno strattone alla maglietta, una spinta e la misura del confronto. Traiettorie aeree della palla e passaggi rasoterra che rimbalzano.

La vittoria è il gioco, non c’è premio su quel campo.  Ed un bambino appare sul muro di via Netro, ha un pallone accanto. È l’avvio di un percorso all’interno di un borgo torinese di fine Ottocento, rimasto oggi per gran parte nei suoi tratti originari. Qui le case basse, i cortili interni, le vie strette lastricate e acciottolate alludono e introducono, in un fermo immagine senza tempo, una storia popolare e operaia di città. Sul fianco di una grande chiesa voluta a fine Ottocento, Sant’Alfonso, e nell’eco dei giochi di ragazzi di lontani oratori.

È scappato il pallone in strada? da un cortile? dallo spazio di gioco nel perimetro della chiesa? E già si allargano i raggi gialli che riempiono la gran parte di un murales sul fianco di una delle case più recenti, raggi e colore che solo i ragazzi sanno vedere nel grigiore dei giorni del presente. Il bambino indica una luminosità ed il suo centro. Un bagliore che giunge dall’interno del borgo, che svela la magia del pallone e di una storia che si snocciola nelle stradine. Un passato reso attuale nello stupore del bambino che guarda diritto, con la bocca socchiusa. L’opera è stata realizzata nel 2011 da Gianluca Scarano, Pseudo4. Il titolo La semplicità del quotidiano, è semplicità di forme, di tratti, di storie che annodano la vita di un piccolo angolo di città, dai caratteri essenzialmente inalterati di quello che era un borgo operaio, con la vivacità resiliente delle attività commerciali e artigianali di oggi.

BOCCIONI DINAMISMO
Gianluca Scarano, La semplicità del quotidiano (2011), street art in via Netro 4, MAU Torino ©Foto di L. Mazzoli – Bioetica News Torino – riproduzione vietata

Un tratto identitario che caratterizza il luogo e lo lega alla sua storia, conservandone la memoria. Il murales segna l’avvio del percorso del Museo d’arte urbana, il MAU, museo a cielo aperto tra le case del borgo Campidoglio, formato da oltre 180 opere murali realizzate dalla metà degli anni Novanta ad oggi.5 Il bambino con il pallone ai piedi e le traiettorie di luce che lo circondano segnano l’incipit del percorso e del dialogo dinamico tra arte e forma urbana, presente e passato. Il calcio di inizio.

Gioco, è mettersi in gioco ed è anche diritto al gioco, come al Parco dei Murales di Ponticelli – NA. Qui Rosk&Loste hanno realizzato su di una delle grandi facciate dei palazzi un murales con due bambini e il pallone. Il titolo è Chi è vuluto bene, nun s’o scorda6. I bambini hanno le magliette dei loro idoli, il Napoli e l’Argentina, e il pallone a mezz’aria parla del gioco praticato in tutte le periferie e che regala loro felicità. Anche ai bambini di Ponticelli che corrono nello spazio antistante ai piedi della opera gigantesca, sulla grigia distesa di cemento. L’opera evoca il legame di Napoli con Maradona, ma contiene un altro messaggio: se si è figli amati, si ameranno i propri.

In un’azione di rigenerazione artistica e sociale, l’arte urbana racconta i valori della comunità, a Napoli Est, nel quartiere di Ponticelli, Parco Merola ora Parco dei Murales. Un agglomerato residenziale con grandi edifici, sorto dopo il terremoto del 1980. Territorio giovane per demografia e con un alto tasso di dispersione scolastica e disoccupazione. Il pallone in volo è arte ed è gioco, scambio, grido di spazi e di attenzione.

Il tempo del gioco e della crescita nella narrazione artistica

scarano pseudo 20211 foto mazzoli
Particolare dell’opera di Gianluca Scarano (20211), La semplicità del quotidiano, via Netro 4, MAU Torino ©Foto L. Mazzoli 2021 – Bioetica News Torino – riproduzione vietata

L’arte riannoda storie, identità e attraverso i murales rigenera il paesaggio di case e superfici, propone altre letture del quotidiano e sollecita il fare ed essere comunità. L’arte sui muri prova ad essere esercizio di arte pubblica, come bene comune, cittadinanza e coesione sociale, convivenza, ed è generativa di riflessioni sociali e sfide.

Il pallone ed i bambini, narrazioni di gruppo e di crescita personale, di sfide, di storie di oratori, di spiazzi di asfalto delle periferie contemporanee, di residui cittadini marginali di prato.

Luoghi per giocare e quindi per crescere, anche con un pallone. Un pallone, come per Augusto, per il tempo di pace.






Note

1 Umberto BOCCIONI, Dinamismo di un footballer (Dynamism of a Soccer Player), 1913, New York, The Museum of Modern Art; https://it.wikipedia.org/wiki/File:Dinamismo_di_un_calciatore.jpg#/media/File:Dinamismo_di_un_calciatore.jpg; ; in  MoMa: https://www.moma.org/collection/works/80009 (internet 01.06.2021)

2 Eduardo GALEANO, Splendori e miserie del gioco del calcio, 1997.  Eduardo Galeano fu esule in fuga, negli anni Settanta dal regime militare uruguaiano prima in Argentina e poi dopo il colpo di stato di Videla in Spagna. Nel 1978 i mondiali d’Argentina si svolsero in piena dittatura, mentre dietro alle competizioni e alle medaglie si uccideva il dissenso di una generazione

3 P.P. PASOLINI, Ragazzi di vita, Einaudi (To) 1972, p. 7

4 L’opera appare sul fianco della casa di via Netro 4 in Borgo Campidoglio a Torino, a fianco della Chiesa di Sant’Alfonso, uno dei punti di accesso al Borgo; https://archiviomautorino.wordpress.com/2015/11/04/la-semplicita-del-quotidiano-gianluca-scarano-pseudo-2010/

5 Il MAU – Museo d’arte urbana – è un museo-progetto di arte pubblica e partecipata ed ha esteso negli anni la sua attività di promozione e progettazione oltre i confini del Borgo Campidoglio in area metropolitana. Il Museo è diretto, dalla sua fondazione, da Edoardo Di Mauro. Ha una propria Galleria, promuove iniziative con i commercianti e artigiani del Borgo, organizza iniziative pubbliche  di arte, diritti, storia e temi sociali e di cittadinanza; https://www.museoarteurbana.it/

6 Maurizio Giulio ROSK GEBBIA  e Mirko LOSTE CAVALLOTTO sono artisti siciliani che uniscono la pittura figurativa alla street art: Chi è vulut bene, nun s’o scorda – Parco dei Murales; l’opera è stata inaugurata nel 2015; http://www.parcodeimurales.it/arte/archivio-opere/chi-e-vulut-bene-nun-so-scorda/

Parco dei Murales. I murales di Ponticelli rappresentano una creazione di riqualificazione e rigenerazione urbana, nel segno dell’arte come valore di cittadinanza e comunità. Il Parco dei Murales è iniziato nel 2015 con un programma di riqualificazione artistica e rigenerazione sociale su iniziativa e a cura di INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana.

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