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92 Ottobre 2022
Speciale Sviluppo sostenibile e green economy Tra luci e ombre

Riflessioni etiche sulla transizione ecologica ed economia “verde”

Abstract

La transizione verso attività produttive meglio compatibili con l’ambiente è imprescindibile. Per essere una transizione a misura d’uomo, deve però essere integrale e integrante, nonché tener conto sia del carattere sistemico e complesso dell’attuale apparato produttivo, sia dell’esigenza di garantire una produzione di beni adeguata al fabbisogno dell’umanità. L’economia verde si propone di concorrere a realizzare questa transizione, a cui la Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), pensa di poter offrire un’anima.

Dalle relazioni presentate al Convegno Sviluppo sostenibile e “green economy”: luci e ombre tenutosi il 17 settembre, concluderei con queste riflessioni:

I. La transizione ecologica è un dato costante nella storia dei rapporti uomo-natura, in quanto l’uomo è nella continua esigenza di ridefinire gli equilibri con l’ambiente; ma la transizione ecologica è anche un dato emergenziale contemporaneo, frutto dell’entrata in crisi della transizione all’energia fossile, che, se ha permesso all’uomo una nuova libertà nel plasmare ai propri fini il mondo, sentendosene sempre meno dipendente, ha però anche prodotto output negativi sia sul piano ecologico, sia sul piano sociale.

La transizione ecologica è diventata un’urgenza indifferibile e da inserire in un più ampio quadro di giustizia ecologica, affinché non si ripropongano sotto mutate forme le criticità dell’epoca che ci stiamo lasciando alle spalle.

II. Nella transizione ecologica non si può però procedere senza tener conto che di mezzo ci sono le persone concrete e in particolare quelle più deboli. Non basta perciò una transizione verso fonti alternative, ma è necessario che essa sia condotta in termini equi e in questo percorso, può risultare illuminante il tracciato di Laudato Si’, secondo cui la transizione ecologica è chiamata ad essere integrale e integrante (141).

Per essere integrante deve curare l’armonia con gli ecosistemi ed essere sociale, cioè coinvolgere armonicamente le diverse istituzioni e organizzazioni sociali e per il loro tramite i soggetti più deboli. Per essere integrale la transizione ecologica deve tener conto di tutto l’uomo, cioè di tutti gli aspetti caratterizzanti la persona umana, nonché di tutti i profili che concorrono al bene comune integrale: ambientale, economico, socio-politico, culturale.

III. Alla transizione ecologica intende concorrere anche l’economia verde, che propone misure economiche, legislative, tecnologiche e di educazione pubblica in grado di ridurre il consumo d’energia, di rifiuti, di risorse naturali, nonchè i danni ambientali, promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile attraverso l’aumento dell’ efficienza energetica e della produzione; attraverso l’abbattimento delle emissioni di gas serra, la riduzione dell’inquinamento locale e globale, fino all’istituzione di una vera e propria economia sostenibile.

IV. Però di fronte alla necessità di apportare gli opportuni cambiamenti all’apparato produttivo per arrivare agli obiettivi della green economy, occorre tener presente il carattere sistemico dell’apparato produttivo, per cui basta l’insufficienza di un nodo della rete o il venir meno per scelta di una sua collaborazione, per determinare il fallimento dell’insieme.

La transizione deve inoltre essere coordinata con la contemporanea esigenza di promuovere la crescita mediante programmi di investimento finalizzati a incrementare e adeguare le capacità produttive, migliorandone i livelli di efficienza.

La transizione verso gli auspicati nuovi modelli di sviluppo va quindi analizzata alla luce della dimensione irrinunciabile del fabbisogno energetico e della concreta possibilità di soddisfarlo tramite il contributo delle diverse fonti. La stessa soluzione generalmente sostenuta, della straordinaria abbondanza delle fonti rinnovabili e della loro gratuità deve fare i conti con l’enorme necessità in termini di investimento, della discontinuità che caratterizza la traduzione degli impianti nella realtà concreta e dei vincoli temporali e finanziari che ne derivano.

L’auspicata transizione verso attività produttive meglio compatibili con l’ambiente per essere efficace deve pure avvenire su scala mondiale, dove sono molti i Paesi che rispetto al problema hanno sensibilità diversa.

Bisogna inoltre tener conto dei Paesi che più inquinano. In assenza di un comune impegno da parte dei maggiori paesi emettitori gli sforzi per ridurre le nostre emissioni sarebbero insignificanti.

La grande complessità del sistema economico e le gravi diseguaglianze tra le diverse aree del mondo concorrono a spiegare la fatica con la quale il desiderato cambiamento possa compiersi.

Il tutto subito in materia non esiste; importante è capirlo e condividerlo, per predisporsi ad operare fissando graduali traguardi raggiungibili.

V. Alla transizione indispensabile, ma anche problematica, complessa e necessariamente lenta, la DSC, proponendo in particolare con la Laudato si’, un’ecologia integrale e integrante, pensa di poter offrire un’anima, prospettando una transizione spirituale verso la fraternità universale: il riconoscimento di una comunità di origine, appartenenza e destino, e il superamento del “consumismo ossessivo” (203), avviano percorsi personali, comunitari e operativi ancora più in profondità, per “un cambiamento della mente e del cuore in vista di futuri sostenibili.

Un’anima a cui già richiama l’osservazione attenta della natura, foreste comprese, che rivelano storie di connessioni: tra alberi e alberi; tra alberi e animali; tra alberi e acqua, o aria, o fuoco; tra alberi e uomini, attraverso i benefici che le foreste garantiscono alla nostra sopravvivenza sul pianeta. E anche tra uomini e uomini. Che ne siamo coscienti oppure no, noi siamo una causa e un effetto degli ecosistemi. Siamo in relazione con ogni loro elemento.

Oltre che dalla DSC, lasciamoci allora ispirare anche dalle foreste, dai boschi: le loro storie ci fanno toccare con mano i fili invisibili che ci collegano al pianeta e ai suoi abitanti, umani e non umani. Un profondo senso di appartenenza, che ci sensibilizza ad un agire sostenibile, che punta cioè ad una elevata qualità della vita, ottenuta adeguando la produzione e il consumo alla capacità della natura di riciclare le scorie e rigenerare le risorse.

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