Verso quale tipo di società futura intende proiettarsi e costruire la collettività odierna, tecnologizzata, multiculturale, fortemente secolarizzata, dove prevalgono per lo più i valori dell’efficienza e dell’autonomia individuale? L’applicazione della tecnologia nell’ambito medico comporta miglioramenti o perfezione della salute ma fino a quali limiti si può arrivare a modificare la natura umana per raggiungere un appagamento dei desideri di felicità individuali migliorando la capacità fisica, cognitiva, emotiva?
Il volume Il potenziamento umano, curato dal professor Enrico Larghero, medico e teologo morale, responsabile del Master universitario in Bioetica della Facoltà Teologica di Torino, che uscirà presto, edito da Effatà, nei vari capitoli tratta alla luce della proposta cristiana quegli interrogativi che emergono nell’ambito scientifico incidendo nella vita umana e si estendono alla bioetica, alla teologia, a tutto il sapere – come spiegano il cardinale Elio SGRECCIA presidente emerito della Accademia Pontificia per la Vita e la filosofa e bioeticista Mariella LOMBARDI RICCI nella prefazione – sollevando concetti antichi quali il limite, il rapporto tra natura e cultura, tra legge naturale e legge positiva, in ultima analisi sul significato dell’essere umano contestualizzato all’interno di un’epoca di complessità e cambiamento quale la nostra. A tali scenari radicali, prefigurati da transumanesimo e postumanesimo, si aprono riflessioni antropologiche ed etiche che investono il presente ed il futuro dell’umanità perché alla fine comportano una ridefinizione dell’umanità.
Sono messi a rischio di sopravvivenza proprio per il contesto prevalentemente secolarizzato in cui viviamo, quei valori fondativi della concezione cristiana sulla vita, come osservano gli Autori della prefazione. Ad esempio la sua origine creaturale, l’inclusione della corporeità nell’unità e la dignità della persona, la sacralità delle sorgenti dell’amore e dell’esistenza fino a mettere in crisi persino la concezione, le radici, della democrazia. E chiedono di soffermarsi a pensare se «il Vangelo della Vita, affermato e testimoniato, può ancora guidare il cammino dell’umanità del XXI secolo, la quale senza ideali e senza fede rischia di smarrire il suo senso e la sua progettualità?»
© Bioetica News Torino, Marzo 2018 - Riproduzione Vietata