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83 Dicembre 2021
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I temi bioetici nel 2021: dalla pandemia da Sars-CoV-2 al fine vita

Il vaccino anti-Covid-19

Il 2021 è iniziato e si conclude con il dramma della pandemia causata dal coronavirus SARS-CoV-2 che provoca la malattia denominata Covid-19.

Dagli ultimi giorni del 2019 all’8 dicembre 2020, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono state contagiate 266.504.411 persone di cui 5.268.849 sono decedute. Dal 27 dicembre 2020 è iniziata, tra grandi apprezzamenti e dure contestazioni, la campagna vaccinale. Ad oggi sono state somministrate nel mondo 7.952.750.402 dosi ma ci sono ancora percentuali altissime di persone che non hanno avuto accesso al vaccino. Tra questi ci sono circa 6.500.000 cittadini italiani sopra i 12 anni che per scelta personale lo rifiutano e protestano per le restrizioni che vengono via via proposte per contrastare il contagio.

L’impatto della pandemia sulla popolazione anziana

Accanto ai problemi di carattere sanitario, la pandemia ha creato anche molte difficoltà di carattere sociale che hanno colpito le classi più deboli. Molti hanno perso il lavoro, tante famiglie si sono sfasciate e gli anziani si sono trovati a vivere in maggiore solitudine. La difficile situazione di questi ultimi è stata spesso considerata da Papa Francesco e la Pontificia Accademia per la Vita ha proposto il 9 febbraio un documento (La vecchiaia: il nostro futuro. La condizione degli anziani dopo la pandemia). Nel testo si invita tra l’altro ad «avviare una riflessione attenta, lungimirante e onesta su come la società contemporanea debba farsi “prossima” alla popolazione anziana». Si è altresì osservato che è «indispensabile ripensare il modello di sviluppo dell’intero pianeta. Tutti sono interpellati: la politica, l’economia, la società, le organizzazioni religiose, per avviare un nuovo assetto sociale che metta al centro il bene comune dei popoli». È questo un argomento che aveva già trovato ampio spazio nell’Enciclica Fratelli tutti pubblicata da Papa Francesco nell’ottobre 2020 e dedicata alla fraternità sociale.

Il gender

Molti altri delicati argomenti hanno interessato l’opinione pubblica e hanno interpellato anche la bioetica nel corso dell’anno che sta per finire. Tra le tante questioni affrontate si può ricordare che si è fatta sempre più viva la campagna a favore del gender che tende a favorire la percezione culturale del sé e a minimizzare il dato biologico.

A questo proposito ha tenuto banco la discussione sul Ddl Zan, proposto per la «prevenzione e il contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità». Approvato alla Camera il 4 novembre 2020, è stato stoppato al Senato il 27 ottobre 2021.

Inizio vita

Un altro aspetto che esige attenzione è la questione della denatalità. Al termine del 2020 si è potuto constatare che nel nostro paese abbiamo raggiunto un record negativo del saldo tra i nati vivi e i morti che ha fatto registrare un decremento di 300.000 persone in meno rispetto all’anno precedente.

Nello stesso anno si sono registrati 67.638 interruzioni volontarie di gravidanza e alcune regioni italiane hanno permesso l’assunzione della pillola abortiva Ru486 anche fuori dal ricovero ospedaliero. Si rischia così di lasciare la donna sempre più sola di fronte ad una scelta così tragica che potrebbe arrecare anche gravi rischi alla sua salute.

Si è molto discusso anche sulla questione dell’utero artificiale. Ha suscitato, infatti, molto scalpore la decisione di una coppia novarese che è andata in Ucraina per ottenere una bambina attraverso la maternità surrogata per poi lasciarla in custodia ad una balia e dimenticarla.

In California c’è stato invece chi ha provato a creare un “scimpanzuomo” inserendo in embrioni di macaco 25 cellule umane iPS. Lo scopo dichiarato è quello di individuare la possibilità di rendere più praticabili gli xenotrapianti ma ci si chiede fino a che punto è legittimo spingersi nella manipolazione umano-animale.

Sul morire

Se si passa dall’inizio al fine vita, si possono considerare gli esiti della proposta referendaria promossa dall’Associazione radicale Luca Coscioni con l’intento di abrogare l’articolo 579 del Codice penale che punisce l’«omicidio del consenziente». In poco tempo più di un milione di cittadini ha firmato a favore del referendum nella convinzione che sia giusto e doveroso poter decidere il tempo del proprio morire.

Questa determinazione è motivata anche dal timore che la medicina, poco disposta a favorire la desistenza terapeutica quando le terapie risultano sproporzionate, rischi di procrastinare in modo penoso il processo del morire.

La sopravvivenza umana

Un’ultima considerazione la possiamo porre a proposito della bioetica ambientale. Si è tenuta a Glasgow nel mese di novembre la XX conferenza delle Nazioni Unite sul clima in cui si è raggiunto l’accordo di limitare l’impiego dei combustibili fossili che tanta parte hanno nei deleteri cambiamenti climatici.

Alla luce di queste scottanti dispute tornano in mente le parole scritte da Papa Francesco nella lettera rivolta il 15 gennaio 2019 a Mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Nel testo ha ricordato che «una nuova prospettiva etica universale, attenta ai temi del creato e della vita umana, è l’obiettivo al quale dobbiamo puntare sul piano culturale. Non possiamo continuare sulla strada dell’errore perseguito in tanti decenni di decostruzione dell’umanesimo, confuso con una qualsiasi ideologia della volontà di potenza.

Dobbiamo contrastare una simile ideologia, che si avvale dell’appoggio convinto del mercato e della tecnica, in favore dell’umanesimo. La difesa della vita umana è un bene assoluto, degno di essere eticamente presidiato, prezioso per la cura di tutta la creazione. Lo scandalo è il fatto che l’umanesimo contraddica sé stesso, invece di prendere ispirazione dall’atto dell’amore di Dio. La Chiesa per prima deve ritrovare la bellezza di questa ispirazione e fare la sua parte, con rinnovato entusiasmo». È un monito che non possiamo dimenticare e che ci auguriamo sia preso sul serio nell’anno che sta per cominciare.

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