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66 Febbraio Marzo 2020
Speciale Ai Confini della Vita

Nascita e prospettive di vita autonoma

1. Introduzione

La complessità dell’evento nascita porta con sé una molteplicità di atteggiamenti e di metodiche culturali di approccio sia alla donna partorente sia al piccolo neonato, anche in relazione alle prospettive di autonomia− presente e futura − del bambino.

P. MANZONI ai confini della vita 2020 F Tonetto
Paolo MANZONI

In generale, comunque, si può dire che le prospettive di vita autonoma siano associate in maniera variamente proporzionale a fattori biologici, da un alto, ed a fattori socioeconomici, dall’altro.

Tra i primi, vanno prioritariamente inclusi le condizioni di salute alla nascita e nelle prime ore di vita, ma soprattutto l’ età gestazionale, espressione del grado più o meno marcato di prematurità (se presente). È su quest’ultimo aspetto, e sulle sue implicazioni a breve e lungo termine, che si concentrerà questa relazione.

2. Prematurità e implicazione a breve e lungo termine

La frequenza dei parti pretermine in Italia è dell’ordine del 7% di tutte le gravidanze (circa 40.000 nati prematuri/anno).

Alla nascita pretermine è associato un aumento della morbilità e della mortalità perinatale, perché la prematurità compromette lo sviluppo anatomo-funzionale dei vari organi ed apparati in modo inversamente proporzionale all’età gestazionale. La condizione d’immaturità che ne consegue è responsabile dell’insorgenza di complicanze cliniche, che interessano principalmente l’apparato respiratorio, mentre quelle a carico del sistema nervoso centrale, dell’intestino e della retina sono in relazione a prematurità grave, a esiti di sofferenza fetale ed asfissia alla nascita.

Non solo: al giorno d’oggi, assume molto credito la teoria dell’Origine fetale delle malattie croniche (DOHaD – Developmental Origins of Health and Diseases), cioè un modello patogenetico che impone un’attenta riflessione critica sulle strategie di prevenzione, tese a ridurre l’esposizione a fattori di rischio durante la vita embrio-fetale e nella primissima infanzia.

Viste le numerose e gravi patologie a cui può andare incontro un neonato pretermine, tali bambini necessitano di  assistenza medico-infermieristica e terapeutica superspecialistica durante la degenza nei reparti di terapia intensiva neonatale, tuttavia non si deve dimenticare che quando questi bambini vengono dimessi la loro gestione sarà interamente, o quasi, affidata ai genitori con un importante impatto sulla qualità di vita dei genitori stessi.

La maggior parte dei pretermine richiederà numerosi controlli clinici di tipo multidisciplinare nel tempo, il follow-up del bambino pretermine diviene quindi una necessità, non solo dal punto di vista medico nel valutare l’evoluzione delle problematiche a breve e a lungo termine, ma anche per i genitori che dovranno far fronte ad un differente carico assistenziale durante l’accrescimento dei figli onde proseguire nel cammino, irto di difficoltà, verso l’ottenimento di una piena autonomia di vita di questi figli “nati troppo presto”…

In tal senso, le modalità di accudimento nei primi mesi influenzano la qualità dello sviluppo psicomotorio a distanza.

3. Conclusioni

È fondamentale accompagnare il neonato e la sua famiglia tramite un accudimento abilitativo, allo scopo di fornire facilitazioni durante le attività della vita quotidiana e offrire valide informazioni e proposte concrete per favorire lo sviluppo e la crescita, promuovendo la sintonia tra i bisogni del bambino e l’ambiente in cui vive (essere in grado di “nutrire il terreno” in cui il bambino cresce).

 

 

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