Un ritratto di un uomo che sfida i limiti della scienza e della società, ponendo interrogativi profondi sulla natura umana, sul valore della vita e sulla paura della morte. Disponibile su Netflix dal 1° gennaio, il documentario Don’t Die racconta la straordinaria vicenda di Bryan Johnson, un imprenditore americano di 47 anni che ha dedicato la sua vita a un obiettivo visionario: vivere per sempre. Diretto da Chris Smith, noto per opere come Fyre e Bad Vegan, il film esplora l’ambizioso e controverso progetto di Johnson per combattere l’invecchiamento e prolungare la giovinezza attraverso tecnologie e terapie all’avanguardia.
Bryan Johnson, che ha costruito la sua fortuna nel settore del software, ha lanciato nel 2021 il suo Blueprint Project, un piano che prevede un investimento annuale di 2 milioni di dollari per ridurre la sua età biologica a 18 anni. Per raggiungere questo obiettivo, Johnson si avvale di un team di 30 medici, assume centinaia di integratori ogni giorno, segue una dieta rigorosa e un intenso programma di allenamento. Tra le sue pratiche più discusse figurano trasfusioni di plasma, trattamenti genici sperimentali e l’uso di algoritmi predittivi per monitorare ogni aspetto della sua salute.
Il documentario getta uno sguardo intimo sulla vita di Johnson, mostrando una routine che sembra uscita da un racconto di fantascienza: pasti pianificati, allenamenti serrati e un regime quotidiano estremamente strutturato, che include persino terapie alla pelle e risonanze magnetiche settimanali. Johnson afferma che il suo corpo abbia l’età biologica di un ventenne e celebra il suo compleanno ogni 19 mesi, una metafora per il rallentamento del tempo che cerca di ottenere.
Chris Smith, regista con un particolare interesse per personaggi controversi e fuori dagli schemi, ha seguito Johnson per un anno, documentandone il percorso. Con uno stile che mescola curiosità e scetticismo, Smith non si limita a celebrare le gesta dell’imprenditore, ma esplora le implicazioni etiche, scientifiche e sociali del suo progetto. Il documentario include anche le testimonianze di medici, scienziati e critici.
Mentre alcuni lodano l’impegno di Johnson nel promuovere la salute e la longevità, altri sollevano dubbi sulla validità scientifica delle sue pratiche, accusandolo di sfruttare l’attenzione mediatica per fini personali. Una delle voci più critiche è quella di un professore di Harvard, che definisce il progetto più come un’operazione pubblicitaria che una vera rivoluzione scientifica.
© Bioetica News Torino, Gennaio 2025 - Riproduzione Vietata