La Galleria è una rubrica di suggerimenti e proposte di mostre ed eventi di arte, che coniugano bellezza, riflessione poetica, diritti e valori
La natura e l’ecologia, l’umano in rapporto alle tecnologie e alle macchine, i cambiamenti generati dall’industrializzazione su di noi e sull’ambiente sono i temi emergenti dalle mostre di giugno segnalate nella Rubrica. Al PAV, Parco arte vivente di Torino, Seeds of Time di Alan Sonfist, artista pioniere della Land Art e Earth Art, presenta il preludio e le basi del suo pensiero ecologico, mostrando una capacità di sguardo che si amplia rispetto alla storia umana e accoglie il senso dell’intero ecosistema naturale, indaga le connessioni tra dimensione naturale e antropica, la flora indigena e le diversità dei luoghi. La relazione, gli intrecci e la confusione tra macchina, umano e animale, sino alla profondità degli stati emotivi della vita, e allo svelamento della dimensione filosofica e spirituale tra terra e cosmo appaiono nella prima retrospettiva Cutting through the past dedicata dal Castello di Rivoli all’artista Rebecca Horn, scomparsa di recente e che ha avuto un ruolo fondamentale nell’arte contemporanea internazionale. Percorrendo la carriera artistica della Horn e entrando in relazione con le dimensioni visive e concettuali rappresentate, affiorano domande. Che cos’è l’umano? e come si relaziona nella ricerca di equilibrio interiore, nel fluire del tempo e come le macchine cinetiche ne contengono il segno? A Villa Nigra, a Miasino sul Lago d’Orta, con le ceramiche di Maura Banfo e Cristina Mandelli la mostra Chimere Vane lega l’argilla e l’azione di plasmare la terra con il recupero spirituale e materiale della natura e tesse un filo con lo spirito poetico di Gozzano. Dalla terra affiora una visione estetica e di vita dove l’imperfezione e la transitorietà partecipano a dare senso al continuo generarsi e rigenerarsi delle cose animate. A Palazzo Re Rebaudengo di Guarene, con M.U.E. Anime sradicate di Andrea Di Lorenzo e Byron Gago, sono presentati i temi della sopravvivenza, della memoria e i cambiamenti degli ambienti urbani e naturali connessi alle ricerche personali degli artisti e che guardano all’impronta modificatrice del tempo, dell’industrializzazione sui paesaggi e sulla memoria collettiva.
● ALAN SONFIST: SEEDS OF TIME (fino al 19 ottobre 2025)

PAV Parco arte vivente – Torino
15 maggio – 19 ottobre 2025
A cura di Marco Scotini, il Pav presenta una nuova grande mostra sull’arte e l’ambiente.
Alan Sonfist è un artista statunitense che guarda alla relazione tra arte ed ecologia. La mostra ne presenta il percorso artistico a partire dagli inizi, entrando nella riflessione degli anni Sessanta e Settanta, nella relazione col pensiero del movimento della Land Art, e svela l’approccio orientato sull’ecosistema naturale. Il concetto di comunità supera quello dell’umano e si dilata sull’ambiente. Con Sonfist emerge la collaborazione con scienziati, biologi, politici, urbanisti, architetti nella osservazione e nella ricerca. A sud di Manhattan, a New York City, con Time Landscape (1965-in corso), insieme a una comunità di esperti, politici locali e abitanti ha studiato e generato una foresta abitata da piante precoloniali, che si presenta non come riserva, ma come monumento vivente e in mutamento. Centrale è l’interesse per l’interazione della natura negli ecosistemi urbani, sicuramente un ambito pionieristico decenni di anni fa, che connette mondi spesso gerarchicamente e con rapporti di forza squilibrati e che assumono tutti nella sua visione una centralità: quello umano, vegetale, animale e minerale. Growth Between the Cracks (2025) è un’opera site-specific, creata per la mostra e frutto di un’azione partecipata con la comunità locale. L’installazione fa parte di un percorso progettuale e di osservazione della natura nello spazio urbano. Per intenderci, non quella dei giardini pubblici nella loro artificiale esistenza, ma le tracce di resistenza vegetale che si insinuano, penetrano gli spazi antropizzati, resistono nelle crepe dell’asfalto, ai margini. A Torino questa installazione compone e restituisce una mappatura della presenza sparsa nei quartieri di vegetali autoctoni, di migrazioni vegetali da aree lontane ed inseritesi nelle fessure dell’asfalto. Ferite generative e rigenerative di vita e natura, testimonianze di resistenza e di ecologia. Nella ricerca sul paesaggio e sulla relazione tra umano e terra Circles of Time (1986) è opera che ha rappresentato un progetto capace di entrare nel paesaggio toscano e documentarlo come territorio attraverso sette anelli concentrici. Nel 2023 Sonfist ha fondato Land Art Forward, che ha la mission di unire artisti, scienziati e cittadini impegnati nella creazione collaborativa di progetti di arte ambientale.
Per info:
https://parcoartevivente.it/seeds-of-time/
● REBECCA HORN – CUTTING THROUGH THE PAST (fino al 21 settembre 2025)

Castello di Rivoli
23 maggio – 21 settembre 2025
E’ la prima retrospettiva pubblica italiana dedicata all’artista tedesca Rebecca Horn, recentemente scomparsa lo scorso anno. Curata da Marcella Beccaria, si svolge al Castello di Rivoli, dove un filo conduttore ha legato presso questa istituzione momenti e opere significative del percorso dell’artista, dalla partecipazione a Ouverture nel 1984 alla presenza in collezione dell’opera che dà ora il titolo alla mostra, Cutting through the past, di Miroir du Lac del 2004 e delle raccolte di video e film. Presso la vicina Villa Cerutti altre tre opere di Horn si inseriscono all’interno dell’allestimento. Una presenza torinese che è visibile in Piccoli Spiriti Blu 1999, opera pubblica che cattura e rappresenta l’energia del luogo con una serie di anelli trasparenti e luminosi sospesi intorno alla chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini immersa in una luce azzurra.
Molte le forme espressive utilizzate dalla Horn, disegni, performance, video, installazioni. Tra queste le macchine cinetiche che esprimono l’intreccio tra umano, animale e meccanico. Intersezione e oscillazione di natura e tecnologia, spirito e materia, naturale artificiale. Opposti che si confermano e si confondono. Proprio nel rapporto tra umano e tecnologia si inserisce Rebecca Horn, scruta il corpo femminile, lo espone nella relazione vitale di vegetali, animali e macchine. Parte dal dato biografico, dalla malattia, dall’isolamento e dalla vulnerabilità del corpo, lo potenzia e lo trasforma con le morbide protesi cucite in stoffa. Guarda le guerre e alle vittime che diventano numeri e si perdono nella memoria collettiva. Con Turm der Namenlosen (torre dei senza nome) del 1994, dedicata ai profughi della guerra dell’ex Jugoslavia in fuga a Vienna, realizza un assemblaggio di scale in legno a formare una installazione. Qui affiora con forza il segno biblico evocato: la scala come segno dell’esilio o come ponte tra terra e cielo. Miroir du Lac 2004 cattura le immagini e provoca il senso di profondità, come quello di un pozzo e ricrea l’attrazione tra inferi, terra e cielo suggerendo la connessione con il topos della conoscenza e della verità. Come si cattura e mostra la vita? Horn crea Hauchkorper (Corpo che respira), una condizione di instabilità con 12 aste verticali oscillanti, come un organismo che respira, attraversato dalla vita. La persistenza della rappresentazione del cerchio è parte della ricerca dell’artista nelle forme simboliche di equilibrio e spiritualità. Al termine della Manica lunga del Castello, di fronte alla grande apertura vetrata sul paesaggio, si conclude il percorso che interseca nella spiritualità materia, corpo, esistenze con Das Rad der Zeit (La ruota del tempo) un ramo d’albero in bronzo accoglie una scultura cinetica, quasi un nido, con aste che si aprono e chiudono. La ruota è tratto evocativo nell’artificio vegetale costituito dall’albero dell’interiore ed esteriore che ci rappresentano, materia e leggerezza che ci compongono e ci mutano.
Per info:
https://www.castellodirivoli.org/mostra/rebecca-horn-cutting-through-the-past/
● MAURA BANFO / CRISTINA MANDELLI: CHIMERE VANE (fino al 29 giugno 2025)

Villa Nigra – Miasino (No) Lago d’Orta
30 maggio al 29 giugno 2025
A Villa Nigra, dimora storica edificata nel corso del Cinquecento e dotata di un parco con piante secolari tra cui alcuni esemplari di camelia, è allestita la mostra Chimere Vane di Maura Banfo / Cristina Mandelli. Le artiste rimandano all’azione di plasmare l’argilla, lavorarla e trasformarla, ponendo in atto un fare che è materia, ma anche spirito e che attraversa le forme, antropiche e vegetali. Attraverso la terra, nel suo mutarsi, cogliamo la visione estetica della vita, inserita nell’imperfezione e nella transitorietà, in momenti di senso del continuo generarsi e rigenerarsi delle cose animate. “Ch’io perseguendo mie chimere vane” riflette Gozzano in un verso pensando al legame con la propria città, all’allontanarsi e all’emozione di ritrovarsi e riconoscersi in ogni ritorno. E chimere vane sono le illusioni che smaschera il poeta, allontanandosi da Felicita secondo il moto della vita che sospinge oltre e allena al distacco e alla coscienza della fragilità imperfetta dell’esistenza.
Per info:
https://www.villanigra.it/
● GUARENE \ M.U.E. ANIME SRADICATE. ANDREA DI LORENZO E BYRON GAGO (fino al 20 luglio 2025)

Palazzo Re Rebaudengo, Guarene
24 maggio – 20 luglio 2025
Andrea Di Lorenzo e Byron Gago sono artisti emergenti che esplorano le mutazioni degli ambienti, naturali e urbani. Con M.U.E. Anime Sradicate osservano i segni impressi sui paesaggi e sulla memoria dei luoghi nello scorrere del tempo, attraverso i processi di industrializzazione e le scelte politiche. Una traccia nel Lilium martagon, simbolo araldico e segno di tradizioni mariane, scolpito in edifici preromanici dell’Appennino bolognese, ora scomparso in valle e ritrovato in alcuni ambienti di alta montagna. Segno di fragilità e resilienza dell’esistenza in mutamento. Così le trasformazioni degli insediamenti umani, le dislocazioni forzate e i mutamenti dei confini in relazione alla vita delle comunità locali, come a partire dall’osservazione di una città di confine, Antigua Ciudad Guerrero, sacrificata alla costruzione di una diga e sommersa.
M.U.E. Anime Sradicate è allestita nello storico Palazzo Re Rebaudengo, a Guarene. Qui è presentata la mostra conclusiva della 19 edizione del Young Curators Residency Programme, coordinato da Michele Bertolino, nell’ambito di The Museum of Unfortunate Events (MUE), una raccolta aperta di libri d’artista che raccolgono in fotografia i cambiamenti attraverso le tracce umane e i paesaggi dimenticati, riflettendo sui mutamenti ambientali, sociali e politici.
Per info:
https://fsrr.org/mostre-category/m-u-e-anime-sradicate-andrea-di-lorenzo-e-byron-gago/
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