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74 Dicembre 2020
Speciale Infosfera in sanità Comunicazione, etica e privacy

Covid-19. Accoglienza notturna e non solo presso “Gran Madre” in Torino L'aiuto alle persone in difficoltà: dai bisogni vecchi e nuovi a proposte concrete durante la pandemia. Sintesi dell'incontro alla tavola rotonda del Convegno Covid-19 e Salute mentale

Per il secondo anno, su mandato del parroco della Gran Madre, don Paolo Fini, sto coordinando il lavoro di moltissimi volontari del territorio della parrocchia, i quali si prendono cura di cinque ospiti dell’accoglienza notturna. La nostra struttura rientra nel progetto “emergenza freddo” del Comune di Torino.

In questi mesi, tra gli ospiti, ho potuto notare diverse caratteristiche: gli ospiti si caratterizzano per il fatto che alcuni sono estroversi e altri un po’ più chiusi; c’è l’ospite più esigente e quello meno esigente; c’è l’ospite che si trova per scelta a vivere per strada e l’ospite che è costretto.

Per quanto riguarda la Salute Mentale ho riscontrato problemi di dipendenza, problemi di insicurezza o vergogna, problemi di socializzazione e problemi di depressione…in alcuni semplicemente tanto bisogno di attenzione, ascolto e dedizione.

Chi e cosa abbiamo nel nostro incontro?

  1. Le persone
  2. I bisogni
  1. Le persone dell’accoglienza notturna sono spaventate: hanno paura delle relazioni perché incontrano tantissima gente e non si sa mai chi si ha davanti. Sono persone per la maggior parte dipendenti come già detto in precedenza. In più sono persone insicure: l’insicurezza è data dalla loro condizione (non dimentichiamo che è gente che viene dalla strada).
  2. I bisogni sono molteplici: bisogno di parlare, bisogno di raccontarsi, bisogno di ascolto. Inoltre, forse sarebbe riduttivo dal punto di vista sentimentale, ma è gente che ha davvero bisogno di affetto.

Come ci siamo organizzati per venire incontro a queste persone e bisogni?

  • In gruppo: almeno una volta a settimana. Nel gruppo si discute di: dinamiche relazionali (mondo interno della persona), dinamiche della strada (mondo esterno), obiettivi personali (a breve e a lungo termine), la propria storia.
  • Con colloqui individuali: almeno una volta a mese.

Durante la pandemia forse siamo stati i primi a proporre un’accoglienza non solo notturna ma anche diurna. Stando tutta la giornata in struttura abbiamo favorito ulteriormente le dinamiche relazionali (con non pochi problemi), abbiamo favorito la responsabilità personale e la corresponsabilità nell’autogestione.

Il bilancio è stato molto positivo: quattro di loro hanno trovato sistemazione in case comunali, a lavoro e in altre strutture. Uno di loro non ha concluso il percorso a causa di una dipendenza dal gioco (l’astinenza ha provocato una reazione spropositata) e ha deciso di autoescludersi a soli tre giorni dalla fine del periodo in struttura.

Da due giorni ospitiamo già due nuovi ospiti e… ricominciamo anche per quest’anno!

© Bioetica News Torino, Dicembre 2020 - Riproduzione Vietata