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108 Dicembre 2024
Bioetica News Torino Natale 2024

Il Film. “The Substance”, di Fargeat C.

Dopo aver scosso il mondo del cinema con Titane nel 2021, il Festival di Cannes torna a ospitare un’opera che promette di ridefinire i confini del body horror. Questa volta è Coralie Fargeat, già nota per il potente Revenge (2017), a portare in scena un racconto tanto visionario quanto inquietante con il suo secondo lungometraggio, The Substance.

Con un claim tanto accattivante quanto sinistro, “Hai mai sognato di essere la versione migliore di te?”, il film apre un varco verso un futuro distopico dove la perfezione è a portata di mano… ma costa cara. Il punto di partenza è una sostanza rivoluzionaria che promette di trasformare chiunque nella versione ideale di sé stesso: più giovane, più attraente, più perfetto. Tuttavia, questa trasformazione richiede un compromesso: alternarsi con la propria versione migliorata, condividendo il proprio tempo e, inevitabilmente, la propria identità.

La trama segue Elizabeth Sparkle (interpretata da Demi Moore), un’attrice che affronta il declino della sua carriera e l’invisibilità che la società riserva alle donne oltre una certa età. Il suo antagonista, Harvey (Dennis Quaid), è il CEO di un network televisivo che incarna tutti gli eccessi del patriarcato mediatico. La vera rivoluzione arriva con Sue (Margaret Qualley), una versione “clonata” di Elizabeth, creata per attrarre il pubblico giovane con movenze accattivanti e un look perfetto per il mondo dei social.

La tensione tra le due versioni di Elizabeth diventa il fulcro della narrazione, trasformandosi in un’analisi acuta e ironica delle aspettative irrealistiche imposte alle donne nell’era digitale.

The Substance riprende il tema della ricerca ossessiva della bellezza perpetua, già esplorato dalla Fargeat nel cortometraggio Reality+ (2013), dove un chip cerebrale alterava la percezione corporea. Ma qui la regista si spinge ancora più in là, mescolando elementi di horror, satira e commedia nera.

Il film non si limita a intrattenere: è una riflessione feroce sull’ossessione per l’immagine e sul modo in cui i media sfruttano il corpo femminile. Il nome del personaggio Harvey non è casuale, richiamando il passato oscuro di Hollywood e sottolineando il peso del patriarcato nell’industria dell’intrattenimento.

Demi Moore e Margaret Qualley si confrontano sullo schermo in una danza inquietante tra passato e futuro, autenticità e artificio, mentre la Fargeat costruisce un mostro culturale che ci costringe a guardare in faccia le contraddizioni della nostra epoca.

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